L’amicizia, la musica, la natura, l’America profonda. Sono gli ingredienti principali di “Shotgun Lovesongs” (Marsilio Editori, pp. 320, euro 18), struggente esordio di Nickolas Butler. Un romanzo intimo, toccante, che ruota attorno alle vicende di quattro uomini, legati fin dall’infanzia da una profonda amicizia, consumata nella sperduta cittadina di Little Wing, nel Wisconsin.

Herry si occupa ancora della fattoria di famiglia, è l’uomo con la testa sulle spalle, il marito e il papà ideale. Ha sposato il suo primo amore, Beth. Kip ha fatto fortuna in città, come broker, ma decide di tornare a Little Wing e restaurare una fabbrica abbandonata. Ronnie era una stella del rodeo, ma un incidente ha minato per sempre la sua integrità. E infine Lee Sutton, in arte Corvus, catapultato nel mondo delle celebrità grazie al disco “Shotgun Lovesongs”. Nonostante la fama, le tournée e le donne, Lee torna ancora nel suon buen retiro del Wisconsin, proprio dove aveva composto – in un vecchio e solitario pollaio riadattato a studio di registrazione – il suo fortunato disco.

Il suo personaggio è ispirato a quello di Justin Vernon, che nel 2007 – dopo una delusione d’amore e senza amicizie sulle quali contare – si era rifugiato in un capanno (proprio in Wisconsin) e scriveva “For Emma, Forever Ago”, inciso con lo pseudonimo di Bon Iver. Butler parte dalla vicenda di Vernon per raccontare quello che succede a chi è baciato dal successo ma torna, «per un’assurda specie di gravità», come la chiama Ronnie, nel luogo in cui ha le sue radici. Ma la storia non riguarda solo Lee: il matrimonio di uno dei protagonisti riunisce ancora una volta il gruppo. Dal passato trapela però un segreto inconfessato: un vecchio flirt mai svelato, che rischia di mettere in crisi rapporti di amicizia decennali.

Butler narra la vicenda in modo corale: ogni personaggio racconta la vicenda dal proprio punto di vista (i capitoli sono contrassegnati dall’iniziale del nome dell’io narrante). Voce dopo voce, emergono le diverse sensibilità, i risvolti delle anime delle persone, sogni e rimpianti di ognuno di loro. I caratteri dei quattro uomini – e delle donne che ruotano attorno – svelano le sfaccettature di un sentimento comune e sempre più raro, quello dell’amicizia. I legami non sono mai artificiali, non si cede mai al sentimentalismo o alla retorica. Vengono toccate corde sottili e pericolose: quelle del tradimento, della fiducia, del rimorso, della lealtà.

Due annotazioni finali. La prima riguarda non l’amicizia ma l’amore. Qualche giorno fa, sul primo numero della rinnovata “Lettura” del Corriere della Sera, Pierluigi Battista raccontava di come «solo un uomo sa come soffre un uomo»: un viaggio tra opere in cui si parla del modo in cui l’uomo ha cambiato la forma (ma non la sostanza) delle sue pene d’amore, e che si concludeva con la citazione di “Uomini senza donne” di Murakami Haruki. Ecco, “Shotgun lovesongs” potrebbe benissimo far parte di questa schiera di opere, perché Lee, Herry e lo stesso Kip vivono – in tre modi diversi – questo particolare stato dell’anima, con esiti differenti, resi con profondità e tatto da Butler.

La seconda invece è legata all’ambientazione. Il libro è intriso di un profondo senso di appartenenza locale, di un incondizionato amore per l’America. Una forma di patriottismo, anche questo non retorico, che traspare da tante descrizioni, da tanti gesti. Ad un certo punto Lee dice:

«L’America, per me, è gente povera che suona musica, gente povera che condivide il cibo e gente povera che balla anche quando tutto il resto nella loro vita è così triste e disperato che sembra non debba esserci alcuno spazio per suonare, mangiare o abbastanza energie per ballare».

Autore: Nickolas Butler
Titolo: Shotgun Lovesongs
Titolo originale: Shotgun Lovesongs
Traduzione: Claudia Durastanti
Editore: Marsilio Editori
Anno: 2015