«Come pensi di poter arrivare al successo se ti porti dentro ancora una goccia di pudore, di dignità? Quella, bisogna che sia strizzata fuori tutta». E ce la mette veramente tutta Nicola Presci a dimostrare di non avere nessuna dignità: per lui è importante solo riconquistare il successo, le luci della ribalta, allungare quei quindici minuti di celebrità teorizzati da Andy Wharol.
È il mondo dei reality show quello descritto da Federico Baccomo Duchesne nel suo terzo libro, «Peep Show». Una disamina spietata, cruda, sarcastica dell’effimero mondo dello spettacolo.
Il protagonista, Presci, dopo la vittoria in una edizione del Grande Fratello, vive in stato di ebbrezza: ville, macchine, sesso, soubrette, copertine dei giornali, sempre sulla cresta dell’onda. Ma si tratta appunto di un momento.
Nuovi personaggi vengono alla ribalta, nuove storie, nuovi casi ai quali appassionarsi. E piano piano Presci finisce nel dimenticatoio. «Da quando, lassù, sulla cima, oltre le nuvole, sulla cima, ci sono arrivato anch’io, la prospettiva è cambiata. E resta diversa anche dopo la caduta, stravolta per sempre».
I tentativi di risalita sono penosi. Nelle mani dell’agente Silvano – riuscitissima personificazione del cinismo – Nicola cerca di rimettersi in gioco, senza essere però sorretto da nessun talento, da nessuna capacità artistica. La brama di successo lo acceca, svuotandolo progressivamente da ogni briciolo di dignità. La corruzione delle anime dei personaggi che gli ruotano attorno rende (quasi) inutile anche l’unica dimostrazione di umanità di cui Presci è capace, nei confronti di una bambina. E quando finalmente arriva una nuova occasione per tornare sotto i riflettori – in un “uno contro tutti” di spietata cattiveria – la situazione precipita verso un abisso che sembra nerissimo.
I dialoghi sono fulminanti, il racconto appassionante. Lo stile di Baccomo è cresciuto (rispetto al primo «Studio illegale» e al bellissimo «La gente che sta bene»), è tumultuoso e trascinante. Personaggi veri – da Laura Pausini a Roberto Benigni, da Jovanotti ad Alessandro Barrico – e verosimili si intrecciano per descrivere con pungente ironia le poche virtù e i molti vizi del mondo dello spettacolo.
Non si tratta però, a dirla tutta, di una critica sociologica dei reality show e dell’imbarbarimento della tv (che sono evidenti a prescindere da «Peep Show»). Baccomo cerca di raccontare il dramma di una persona senza arte né parte, che non si rende veramente conto dei propri limiti, e che non è capace di ricostruirsi una vita normale, facendosi trascinare da valori effimeri. O almeno, io l’ho letto così: Baccomo è spiritoso e spietato, e penso utilizzerà molti passaggi delle decine di recensioni che riguardano il suo libro per satireggiare sui critici letterari…
Autore: Federico Baccomo Duchesne
Titolo: Peep Show
Titolo originale: Peep Show
Editore: Marsilio Editori
Anno: 2014