Monkey Gland il titolo del quarto episodio, o meglio, dell’indagine numero 4 dell’Ispettore Rubatto, personaggio che nasce dalla creatività dell’autore torinese Dibenedetto, psicologo e psicoterapeuta con una cattedra da insegnante in una scuola superiore del capoluogo piemontese.
Torinese è anche l’ispettore Rubatto, nonché l’ambientazione principale in cui si sviluppa la trama. Un ispettore un po’ rude, all’apparenza pigro, come il più famoso collega Montalbano è una buona forchetta. Beve parecchio a pranzo, non disdegna fumarsi una sigaretta, si fa portare dal buon e diligente agente Aceto un sacco di caffè. Un personaggio che tira dritto per la sua strada e che sa il fatto suo. Fisicamente me lo immagino come il tenente Colombo che vedevo, ma solo in pubblicità, su Rete4 nei primi anni novanta.
Oltre a Rubatto, ci sono anche l’agente Aceto, il fotografo della Scientifica e la sua bella stagista Anna, uno studente di medicina mancato. Come in un romanzo di Coe, dove sembra che in Inghilterra ci vivano 10 persone, gli intrecci tra i cinque personaggi menzionati non mancano, e qualcosa arriva a scombinare le carte: nello specifico, un paio di morti ammazzati.
Un giallo intrigante, realistico, con riferimenti alle strade torinesi che, per un abitante della città, fa sempre piacere ritrovare nelle pagine di un romanzo. Questa indagine può appassionare parecchio chi si occupa o si interessa di medicina, perché il cattivo di questa storia è un chirurgo non proprio ortodosso, che ha un blog dal nome che si rifà al cocktail Monkey Gland appunto.
No, non preoccuparti, non ti ho svelato il finale.
Autore: Marco G. Dibenedetto
Titolo: Monkey Gland
Editore: Golem Edizioni
Anno: 2015