Con la speranza di trovare una soluzione definitiva al mio disordine cronico, ho deciso di leggere il bestseller internazionale – da oltre due milioni di copie vendute – “Il magico potere del riordino”, della giapponese Marie Kondo, pubblicato in Italia da Vallardi.
Il libro mi ha aperto gli occhi. Marie Kondo propone un modo diverso di guardare alla questione del disordine. Non si tratta di avere poco spazio a disposizione, ma di conservare troppe cose. Disturbo da accumulo? Difficoltà a buttare? Eccesso di acquisti? Forse. Fatto sta che la prima regola del metodo “KonMarie” (che di regole ne conta 65) suggerisce:
prima di riordinare, getta ciò che è inutile.
In altri termini, bisogna liberarsi di un bel mucchio di cose in un colpo solo. L’autrice, che di professione fa la consulente domestica, ha dichiarato in un’intervista di essere riuscita a far gettare ai propri clienti almeno un milione di pezzi. Un’operazione che, a pensarci bene, potrebbe rivelarsi addirittura semplice se pensiamo agli innumerevoli campioni cosmetici e set di cortesia trafugati in hotel che abitano le nostre case.
Ma a parte campioni gratuiti e farmaci scaduti, come facciamo a scegliere cosa gettare e cosa no? Molte guide di self-help suggeriscono di valutare se un oggetto può ancora servirci in qualche modo oppure se lo abbiamo utilizzato nell’ultimo anno. Il metodo di Marie Kondo è invece di gran lunga più intimo: bisogna gettare tutto ciò che non crea emozioni in noi.
“La chiave sta nel toccare con mano. L’attimo in cui toccherete quella cosa, capirete se vi fa battere il cuore oppure no.”
Solo dopo aver compiuto questo atto di separazione emotiva, allora sarà possibile dare la giusta collocazione a ciò che rimane. Come? La star giapponese dell’ordine ci suggerisce di riordinare secondo categorie. Abiti e accessori vengono per primi, in quanto più semplici da selezionare, seguono poi libri, carte, oggetti misti e ricordi.
Un metodo che non solo funziona (testato per voi), ma che rappresenta una originale forma di meditazione dinamica terapeutica: consente di immergersi nel proprio passato e comprendere ciò che realmente si ama. Perché ciò che alla fine rimane sono le nostre vere passioni. Libere finalmente da quel rumore di fondo che rende meno chiara la nostra vita e le nostre idee sul futuro.
Con questo libro, l’atto del riordinare prende tutta un’altra piega. Diventa un momento da dedicare a se stessi. Un modo per fare un bilancio su ciò di cui abbiamo veramente bisogno e sugli oggetti che possiamo tranquillamente lasciarci indietro.
Funzionerà anche con le relazioni?
Titolo: Il magico potere del riordino
Autore: Marie Kondo
Traduzione: Francesca Di Berardino
Editore: Vallardi
Anno: 2015
3 commenti
Libro sopravvalutatissimo. Due-tre concetti interessanti (il riordinare per categorie e il piegare i vestiti in verticale) ma si vede che è scritto da una venditrice che vuole spingere un “metodo”, il piú delle volte inapplicabile (lei ha solo 30 libri, grazie che sono ordinati; lei asciuga i piatti al sole in una bacinella sul balcone; lei parla con gli oggetti e li ringrazia del loro aiuto) e spesso relativi alle case giapponesi (chi non ha un altarino nel proprio armadio? Chi non ha un futon che dopo averci dormito ripiega accuratamente nell’armadio?). Oltretutto il concetto di ” buttare” a prescindere l’inutilizzato (invece di regalarlo o venderlo) lo trovo altamente diseducativo e antiecologista.
Mi aspettavo un libro brioso, brillante e divertente. L’ho trovato noiosissimo e ripetitivo. Impossibile leggerlo tutto.
Io, presa dall’entusiasmo, ho comprato questo libro a Firenze, convinta del fatto che avrebbe aperto la mia mente a nuove idee. Non sono una disordinata cronica, ma a volte intorno a me ho tanti oggetti inutili. Le prime pagine mi facevano ridere, poi la cosa si è fatta piuttosto ripetitiva, e alla fine lo ho lasciato nella mia libreria senza finirlo. Ho capito che quello che non mi serve lo devo buttare, questo concetto lo ha ripetuto così tante volte che ormai mi usciva d sotto le unghie. Cosa interessante era buttare a terra i vestiti, la verità è che prima ho pulito tutto poi ho iniziato…nessuna emozione se non il bisogno di rilavare la roba buttata sul pavimento. Questa moda, ci frega parecchio, il sentito dire spesso ci porta alle cose, ma non sempre sono da seguire i consigli. Ho buttato via i miei soldi.