L’uomo seme è un libro breve, anzi brevissimo, che stupisce per la sincerità delle sue parole e per la trasparenza di intenzioni.
Violette Ailhaud, scrittrice e protagonista del racconto, descrive con concisione di emozioni il desiderio di affetto e riproduzione delle donne del suo paese nell’alta Provenza.
Siamo nel 1852. Violette ha sedici anni quando tutti gli uomini del villaggio di Saule-Mort vengono uccisi, deportati o imprigionati dalle truppe napoleoniche perché repubblicani e ostili al governo del nuovo tiranno.
Da quel momento il villaggio resta senza uomini: solo mogli, figlie, madri e fidanzate.
Violette è una di queste. Figlia del sindaco e fidanzata di Martin, racconta con semplicità ed efficacia la solitudine, la mancanza di un abbraccio e la voglia di scoprire con curiosità e ingenuità l’altro sesso.
Il tempo passa, le donne continuano la loro vita sperando che arrivi un uomo. Non si allontanano dal villaggio “per timore di scoprire che, al di là dell’orizzonte delle loro terre, non ci fosse nient’altro che il silenzio e la morte”.
Le donne stringono un patto, sono tutte d’accordo: si sarebbero dovute dividere il primo uomo che sarebbe arrivato al villaggio. La precedenza spettava a colei che l’uomo avrebbe toccato per prima, e poi a tutte le altre. Il seme va diviso, ma di conseguenza anche il sentimento dell’amore, senza gelosie ed egoismi.
Dopo il tanto aspettare, dopo il tanto dibattersi sul letto per procurarsi un piacere senza frutto, l’uomo arriva. Violette è la prima. Paura, curiosità, inesperienza, ingenuità: “Conosco la mia fame ma non so cosa bisogna fare. Eppure conosco le cose dell’amore: ne abbiamo parlato spesso tra donne”.
Il racconto era stato sigillato in una busta all’interno del testamento di Violette. Il manoscritto in essa contenuto non poteva essere aperto prima del 1952 e doveva essere affidato al maggiore dei discendenti di Violette di sesso femminile.
Pubblicando questo libro, la ventiquattrenne Yvelyne ha voluto offrire l’esperienza vissuta da Violette: in un contesto in cui le categorie di coppia, amore, matrimonio devono essere ripensate, la protagonista non si è fatta intimorire da pregiudizi e tabù e ha fatto sentire la sua voce con coraggio e franchezza.
L’uomo seme descrive in modo diretto e senza tanti giri di parole un bisogno primordiale. Violette scrive la sua storia nel 1919 con una schiettezza e autenticità che ancora oggi pochi sarebbero in grado di trovare.
Autore: Violette Ailhaud
Titolo: L’uomo seme
Titolo originale: L’homme semence
Traduzione: Monica Capuani
Editore: Playground
Anno: 2014