Esiste una lingua di terra in Messico lunga quasi duemila chilometri, abbracciata dall’Oceano Pacifico e avvolta da antichi misteri, che nei secoli ha affascinato esploratori e artisti. E’ la più lunga penisola del mondo e, dietro un’apparente aridità, nasconde un’incredibile ricchezza storica, culturale e naturalistica. E’ la Baja California e fa da sfondo al libro “Le balene lo sanno” di Pino Cacucci (ed. Universale Economica Feltrinelli).
L’autore di “Puerto Escondido” torna a parlarci del “suo” Messico, spinto dal profondo legame che lo unisce a questo Paese. Lo fa con la passione e l’affetto tipici di chi racconta della propria casa, della propria famiglia. Il risultato è un testo che rappresenta molto più del diario di un assiduo viaggiatore. Il viaggio è infatti uno spunto in tal caso. Come dichiara l’autore stesso, è “tutto ciò che separa due punti, non trae un senso dalla meta finale ma da ciò che incontri lungo il cammino”.
Cose, persone, aneddoti e paesaggi trasformano la strada – precisamente la Carretera Federal 1 – in un percorso di profonda conoscenza. La penisola viene attraversata “al contrario”, ossia da Sud a Nord. L’itinerario è impreziosito dalle suggestioni derivanti dal racconto di John Steinbeck, che nel 1940 percorse le coste della Baja assieme ad un biologo.
Partendo da La Paz a bordo di una Dodge Durango si arriva fino a Tijuana, terra di passaggio, di fuga e di incontro. La frontiera non viene considerata come mero luogo fisico, bensì come lezione di vita, in quanto rappresenta “l’altra faccia della nostra stessa realtà…dove convivono il nomade e il sedentario che ciascuno di noi si porta dentro” e come tale “finisce sempre per unire“, anziché dividere.
Non è un caso che quest’area geografica abbia stimolato la creatività dello scrittore. Si può infatti dire che la Baja California sia la parte più Messicana del Messico, la più fiera, che mai ha rinunciato a difendere la propria identità, nemmeno di fronte all’impeto dominatore Nordamericano.
Pino Cacucci, con ritmo brillante e con il tono ironico e amichevole che lo contraddistingue, dona concretezza all’immaginario comune, descrivendo intensamente panorami che ricordano il cinema western ed evocando nomi e cognomi dei protagonisti di un passato leggendario.
Francis Drake, Thomas Cavendish, furono solo i più celebri tra i molti corsari che solcarono le acque della Baja, rendendonci eredi dei loro misteriosi tesori. E tra le mete indiscusse di profani pellegrinaggi si annoverano il mitico Hotel California cantato dagli Eagles e le isole di Todos Los Santos, sacro punto di incontro per avventurosi surfisti alla ricerca delle big waves.
La Natura di questo “lembo di deserto proteso nel mare” è sorprendente e l’autore nel descriverla tesse una meravigliosa tela fatta di “colori struggenti, albe e tramonti infuocati, deserti e spiagge all’infinito, volti di persone in paesaggi rarefatti, l’Oceano Pacifico dalle onde dirompenti, cactus e pellicani”.
Cacucci non manca di far riflettere il lettore su quanto sia stato significativo l’impatto dell’essere umano su questo paradiso, portando nella maggioranza dei casi alla distruzione della biodiversità.
Sono molti gli eventi che hanno visto l’uomo protagonista e che hanno cambiato le sorti di questa parte del mondo. Viene illustrata ad esempio l’utopia dei Gesuiti, che proprio in Messico insediarono le prime missioni, ed il suo inevitabile fallimento.
Ma dal titolo si evince chi siano le vere protagoniste del racconto ed è giunto il momento di presentarle.
La California Messicana è infatti la “casa” delle maestose balene grigie. Le tre baie dove tra gennaio e marzo si riuniscono migliaia di cetacei provenienti dall’artico sono state definite dei veri e propri “santuari” della natura, oltre ad essere le prime riserve protette al mondo per i cetacei.
L’autore descrive l’etica esemplare di queste creature gigantesche che, organizzate senza alcuna gerarchia, “usano l’intelligenza per tutto fuorché dominare e distruggere”. Le balene sembrano dimostrare un naturale “anelito all’amicizia”, per di più “verso la specie che meno se lo merita”, avendo fatto delle coste della Baja il teatro di sanguinarie esecuzioni, un tempo spiegate da effettive necessità, ma ormai non più giustificabili.
Cacucci sostiene che le balene, esseri non-violenti per eccellenza, siano in grado di distinguere tra il bene e il male e che siano un esempio commovente di giustizia e pace. L’insegnamento dell’autore arriva limpido al lettore sensibile. E’ un messaggio di tenerezza e lealtà, di responsabilità e amicizia. E’ un invito all’umiltà, alla condivisione e protezione della meraviglia, perché “le balene lo sanno, che non siamo tutti uguali e, sebbene abbondino le carogne, tra noi ci sono tanti ben disposti nei loro confronti”.
Autore: Pino Cacucci
Titolo: Le balene lo sanno
Editore: Feltrinelli
Anno: 2018