L’isola di Leros fa parte dell’arcipelago del Dodecanneso ed è proprio lì che viene fondato nel 1959 l’ospedale psichiatrico nel quale è ambientato il romanzo di Simona Vinci, La prima verità (Einaudi), candidato al Premio Campiello 2016.
Tra finzione e realtà, Simona Vinci intreccia le vicende di diversi pazienti psichiatrici e non, le cui vite sono state segnate dalla permanenza nelle stanze sporche e anguste dell’ospedale, tra gli anni sessanta e novanta, fino allo scoppio del “caso Leros” nel 1989, con il reportage del giornalista John Meritt, pubblicato sul settimanale “The Observer”.
I pazienti dell’Istituto sono prevalentemente cittadini dell’isola e spesso condotti alla pazzia dagli stessi familiari: come Teresa, ragazza sedicenne abitante di un piccolo paesino di campagna, violentata dal fratello e costretta ad abortire. Oppure Basil, soprannominato il Monaco, cresciuto schiacciato dal peso delle ambizioni della mamma e della nonna, che già da piccolino lo costringevano a identificarsi nel ruolo di “uomo di casa”, in sostituzione del padre gravemente malato. E ancora abbiamo Nikolaos, uno dei tanti bambini che ha trascorso all’istituto una vita intera, fino alla vecchiaia. A soli otto anni, Nikolaos assiste alla morte del padre; i frequenti attacchi di panico notturni, gli improvvisi slanci di incontrollabile aggressività, convincono la madre e le sorelle a imbarcarlo sulla nave che porta all’istituto.
Il filo conduttore di queste tristi vicende, che Simona Vinci narra come se vivesse la malattia del personaggio in prima persona, è Angela, una giovane studentessa di Giurisprudenza che negli anni novanta sbarca sull’isola per lavorare come volontaria all’istituto. Grazie a un archivio segreto, Angela riuscirà a dare un nome, un’età, un’origine alle tante anime che hanno varcato la soglia dell’ospedale.
L’abilità di Simona Vinci sta nell’essere riuscita a romanzare un fatto di cronaca rimasto per troppo tempo insabbiato, attraverso la voce di donne, bambini, prigionieri politici che – come specifica anche l’autrice – nel romanzo non sono sempre e necessariamente frutto della sua immaginazione.
Un romanzo denso: quattrocento pagine intrise di Storia e di storie di persone che per anni hanno continuato a respirare senza realmente vivere. Emozioni, stati d’animo, ossessioni descritte attraverso le azioni ripetute, le parole e i silenzi dei pazienti psichiatrici.
Ci vuole una grande concentrazione per leggere questo romanzo dall’inizio alla fine: presente e passato rimbalzano da un capitolo all’altro e richiedono l’attenzione del lettore, così come la esigono quelle storie dimenticate, che Simona Vinci ha avuto il coraggio e la bravura di raccontare.
Autore: Simona Vinci
Titolo: La prima verità
Editore: Einaudi
Anno: 2016