La grande Russia portatile è il nuovo libro di Paolo Nori, edito da Salani Editore. Un libro che è una guida sentimentale nella storia, nei costumi e nella letteratura dello sconfinato territorio russo.

Nel suo nuovo lavoro La grande Russia portatile (Salani Editore), Paolo Nori ci fa salire su una transiberiana in viaggio per i luoghi, ma anche nel tempo e nella storia della Russia che fu, dell’Unione Sovietica che divenne e della nuova Russia che è oggi.

Nori è il capotreno di questa speciale locomotiva: lo scrittore emiliano sviscera una moltitudine di analogie e differenze tra la cultura russa e quella italiana, scavando nelle memorie dell’infanzia e della giovinezza, che ha nel punto di non ritorno i soggiorni trascorsi in Russia da studente di letteratura russa all’Università e l’amore scoppiato in maniera travolgente per la cultura di quel paese che a cavallo tra gli anni ottanta e novanta pareva distantissimo sotto ogni aspetto.

«È come sei leggere i russi volesse dire entrare in uno spazio diverso, con degli elementi diversi, una gravità diversa.»

L’opera è anche un viaggio nella storia della letteratura russa; naturale perciò il corredo di molte citazioni e ritagli di vita di autori russi – con un posto privilegiato per l’amato poeta Velimir Chlebnikov – quali i monumenti Dostoevskij, Puškin e Tolstoj (in rigoroso ordine alfabetico), e gli universalmente noti Gogol’, Bulgakov, Charms, Blok, Brodskij ecc.

Affascinanti risultano poi i confronti che Paolo Nori compie tra la nostra lingua madre e quella russa. Tra gli usi e costumi italiani e russi, quei russi che, anche se la cortina di ferro è stata spezzata ormai da tre decenni, ci sembrano sempre «seri, rigorosi, crudeli, inflessibili» e campioni del mondo nel bere vodka o surrogati della stessa.

Questi paragoni mirano a far riscoprire l’amore verso la lingua italiana, una lingua prima scritta che parlata, mutevole, sempre uguale e sempre diversa da se stessa; al contrario il russo è prima una lingua parlata e poi scritta, praticamente uguale in ogni angolo dell’immenso territorio. In Russia infatti non esistono i dialetti e fino al IX secolo l’alfabeto cirillico ancora non era stato stilato.

Voce arguta e mai banale, Paolo Nori stila una velata (ma neppure troppo) dichiarazione d’amore alla Russia, «quella senza Dio. E senza santi.» Quella rivoluzionaria. Nobile e operaia. Piccola e sconfinata. La grande Russia portatile.

Autore: Paolo Nori
Titolo: La grande Russia portatile
Editore: Salani
Pagine: 177
Anno: 2018