Jane Eyre è stato scritto nel 1847 da Charlotte Brontë, sorella della celebre Emily, che ha segnato il panorama letterario inglese dell’Ottocento con la tormentata storia di Catherine e Heathcliffe, in Cime tempestose.
Diventato immediatamente un romanzo chiacchierato nei salotti letterari, Jane Eyre narra la vita di una donna, che racconta in forma autobiografica come ha affrontato le avversità della vita, dall’infanzia all’età adulta, senza essere dotata di particolare bellezza o fortuna economica.
Jane adulta e narratrice si prende del tempo per raccontare, con dovizia di particolari e grande trasporto, prima la sua infanzia a casa della Zia Reed, la quale assiste impassibile agli atti di bullismo che Jane subisce, per mano degli insolenti e indisciplinati cugini; passando poi per la scuola di Lowood, dove riceve un’istruzione molto rigida e, inizialmente, traumatica.
Ed è solo quando decide di esplorare il mondo che esiste al di fuori di Lowood, che Jane Eyre prende la sua prima decisione in autonomia: nonostante la sua posizione di insegnante al collegio sia ormai consolidata, e lei fosse amata dalle sue pupille e benvoluta dal resto del corpo insegnanti, sceglie di ampliare i suoi orizzonti lavorativi e viene assunta come istitutrice presso Thornfield Hall, residenza del ricco e burbero Signor Rochester.
“… L’eccezionale ampiezza del torace era quasi sproporzionata alla lunghezza degli arti. Senza dubbio, i più lo avrebbero giudicato un uomo brutto. C’era però un tale inconscio orgoglio nel suo portamento, una tale disinvoltura nel suo modo di fare, unita a una così altera fiducia nella forza di altre sue qualità, intrinseche o occasionali, capaci di compensare la mancanza di semplici attrattive personali”.
Il coraggio di lasciarsi alle spalle la vita che le era stata imposta coincide anche con la consapevolezza della sua maturità sentimentale: all’età di diciannove anni, Jane Eyre scopre il tumultuoso vortice dell’amore e dell’attrazione proprio per Mr. Rochester.
Il Romanticismo è vissuto e descritto in maniera realistica: prevalgono la razionalità e il controllo delle emozioni. Jane Eyre nasce e cresce priva di affetti (a esclusione di Helen, amica di Lowood morta, purtroppo, prematuramente). A Thornfield Hall trova, per la prima volta, un calore e un’accoglienza che la confortano; Jane conserva della sua miserabile infanzia soltanto un po’ di rigidità, sviluppando, però, una propria identità e fermezza caratteriale, che risalta soprattutto nell’arte del disegno.
La sua resistenza all’amore passionale e impulsivo di Mr. Rochester deriva da una fermezza dei propri principi e valori oppure da un’eccessiva diffidenza e timore di essere ingannata?
Charlotte Brontë non dà una risposta certa a questo quesito, ma a un certo punto del romanzo costringe la sua eroina a confrontarsi con le sue paure: l’incontro con St. John Rivers, prete di un’umile parrocchia della campagna inglese, diventa uno specchio davanti al quale Jane Eyre non intende sostare neanche per un secondo; Rivers rappresenta l’essere umano che reprime i propri sentimenti e sessualità in nome dell’amore divino e dei propri doveri di missionario. Un confronto acceso con St. John (che nell’adattamento cinematografico è interpretato da Jamie Bell, meglio conosciuto come il ballerino Billy Elliot, ve lo ricordate?), diventerà catartico e rivelatore per la protagonista.
E’ una trama ben congegnata, quella ideata da Charlotte Brontë, che non manca di colpi di scena e rimandi alla cultura e storia inglese di quegli anni, come la colonizzazione e la spedizione nelle Indie Occidentali. Rispetto alla connazionale e (quasi) contemporanea Jane Austen, Charlotte Brontë descrive tutte le sfaccettature della psiche della sua eroina, dotandola di una potente e irrefrenabile indole, che scalcia e si ribella al corpo esile e alla mente razionale della sua protagonista, in uno scenario che ha del sublime e del grottesco.
“Io devo badare a me stessa. Quanto più sono sola, quanto più priva di amici, quanto più indifesa, tanto più devo rispettarmi […] Le leggi e i principi non sono validi solo quando non c’è la tentazione: valgono per momenti come questo, quando il corpo e lo spirito si ribellano al loro rigore”.
Autore: Charlotte Brontë
Titolo: Jane Eyre
Editore: Garzanti
Pagine: 466
Anno: 1974