Scriviamolo subito: questo romanzo ha a che fare con la musica.
“Il gruppo“, scritto dal dublinese Joseph O’Connor (fratello della popolarissima Sinéad ndr) e pubblicato in Italia dalla casa editrice Guanda, può essere letto in almeno due modi. Con lo spirito e l’attenzione di chi vuole un romanzo in cui le vicende umane vengono narrate sia nelle loro parti più futili e comiche sia negli aspetti più profondi e drammatici. Oppure con la curiosità di chi vuole leggere una sfilza interminabile di titoli di canzoni e nomi di band musicali che hanno segnato gli anni ’80, per vedere quali si conoscono già e appuntarsi gli altri per farne oggetto di futuro ascolto. Magari su Spotify, visto che con il sito di streaming musicale si è collaborato alla creazione di una playlist abbinata al libro.
Seguendo questa direzione, si può arrivare ad attribuire al romanzo di O’Connor una doppia anima. Una prima, la principale, di romanzo (di formazione potremmo aggiungere) in cui convivono momenti esilaranti e altri malinconici. Una seconda, di excursus nella musica, quella vera, in cui inventare questo gruppo dal rapido successo “The Ships” e farlo interagire con, tra gli altri, U2 e Elvis Costello.
Al lettore la scelta di immergersi in queste dense 380 pagine con la propria sensibilità, che si spera sia anche in grado di non fare suddette distinzioni così categoriche! Non è un pretesto la musica, non lo sono le vicende che coinvolgono i quattro giovani ragazzi: è il lungo viaggio esistenziale che conta.
Il protagonista della storia è Robbie Goulding. Con il suo racconto in prima persona e con una serie di trascrizioni di interviste fatte ai componenti della band nel corso del tempo, scopriamo i 25 anni che vanno dalla fondazione della band The Ships alla loro reunion per un concerto d’addio, in Irlanda, a Dublino.
Si comprende come Robbie sia nato in una famiglia di origini irlandesi a Luton, cittadina che dista alcune decine di miglia da Londra. Al college fa la conoscenza dell’eccentrico Fran Mulvey, ragazzo vietnamita cresciuto in famiglie adottive in Inghilterra, e quindi di due gemelli anche loro di sangue irlandese, Trez e Seán.
I 4 amici mettono su una band e diventano presto delle star. Tuttavia le differenze e l’ingombrante personalità di Fran portano la band alla rottura. In breve tempo il gruppo non c’è più, l’amicizia nemmeno. L’amore di Robbie per la bellissima Trez resta un amore platonico… Fran diventa una superstar mondiale.
Il personaggio che più di tutti contraddistingue queste pagine è appunto Fran Mulvey. Sorta di mix tra un David Bowie e un Boy George, il ragazzo possiede una capacità verbale fuori del comune, sia nel caso di definire con sprezzanti commenti e soprannomi i professori del college, sia in quello di scrivere (e cantare) canzoni. Sessualmente ambiguo, promiscuo, si trucca, passa molte ore a leggere e suonare la chitarra, è schivo ma molto carismatico. Odiabile ma anche rispettabile per la sua condotta eccentrica e genuina.
Un romanzo che non può mancare a chi abbia letto e amato “Alta Fedeltà” di Nick Hornby, “The Commitments” di Roddy Doyle e “La banda dei brocchi” di Jonathan Coe. Con il primo condivide la mole di titoli e citazioni musicali. Con il secondo, il fatto che vi sia un gruppo musicale che nasce e si spacca in brevissimo tempo. Con il romanzo di Coe direi la profondità e un protagonista sensibile e fragile.
Autore: Joseph O’Connor
Titolo: Il gruppo
Titolo originale: The thrill of it all
Traduzione: E. Banfi
Editore: Guanda
Anno: 2015