Il nome di Simone Caltabellota è per me legato a quello di Nikki Sudden, nome d’arte di un musicista inglese che conobbi per caso acquistandone l’autobiografia (postuma) in un febbraio di alcuni anni fa. Di quel bellissimo ″L’ultimo bandito. Una vita rock’n’roll″ Caltabellota ne era il curatore, per conto di Fazi, la casa editrice di cui ha ricoperto un ruolo dirigenziale. Il suo nome mi era rimasto impresso e non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione di leggere il suo primo romanzo.

E fu piacevole, ma che dico, fu fantastico scoprire che c’erano diversi riferimenti alla figura del songwriter di Solihull e del fratello Epic Soundtracks. Addirittura i paragrafi si aprivano con citazioni tratte dai loro testi, dalle loro canzoni. Per me questo bastava. Celebrare ancora una volta Nikki Sudden, leggerne ancora una volta il suo nome e percepire la sua benefica presenza in altre nuove pagine (chissà se nel frattempo avevo già acquistato “Robespierre’s Velvet Basement”, album favoloso).

Veniamo al romanzo: i protagonisti della storia sono giovani trentenni romani. Davide vive nel ricordo della storia d’amore con Ludovica, che invece non lo ama più. Giuseppe è a sua volta innamorato di Benedetta, la quale non sembra dargli tante chance. E poi una misteriosa ragazza, che lavora come cameriera al Big Star, un bar frequentato dai due ragazzi. L’ambientazione del romanzo è Roma, ma una Roma con un volto diverso da quello che tutti le riconosciamo, di protagonista maestosa e senza tempo. È una Roma che si limita a fare da sfondo alle vicende dei giovani, che si ritrovano a intrecciare le loro vite con quelle di loro passate esistenze. Perché sì, ci sono dei fantasmi in questo romanzo.

Una dimensione onirica pervade le pagine. È quindi un racconto fatto di frammenti di storia, altamente suggestivi. I paragrafi di cui è composto il romanzo scorrono veloci, agili. I personaggi sono descritti con maestria: nelle righe ci vengono svelate le loro anime, sembra di essere accanto a loro, tanto ne comprendiamo gli stati d’animo, i pensieri, le angosce, i dubbi, i desideri.

I ragazzi si amano, si cercano, si rimpiangono, la ragazza del Big Star si innamora di un tale Mimmo. E improvvisamente le loro vite prendono una direzione inaspettata il giorno in cui una giovanissima ragazza del quartiere viene trovata morta, in un barcone adagiato in riva al Tevere. È all’incirca in questo frangente che fa l’ingresso in scena Epic, fantasma che avrà un ruolo importante in questo “giardino elettrico”.

A mancare è proprio la dimensione temporale. Come afferma l’autore in un’intervista ″l’idea di un Tempo non solo lineare è qualcosa in cui credo assolutamente. […] Così mi sono immaginato che alcuni dei personaggi di questo racconto si trovassero a confrontarsi “realmente” con il loro sé di un altro tempo.″

Un romanzo originale, in cui realtà e dimensione metafisica trovano un equilibrio elegante, raffinato, in ultima sintesi intimo.

Autore: Simone Caltabellota
Titolo: Il giardino elettrico
Editore: Bompiani
Anno: 2010