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Frank Sinatra has a cold – Gay Talese

«Quando lui si siede per mangiare, i suoi amici più fidati gli sono accanto; e non importa dove si trovi o quanto il posto sia elegante, nell’aria aleggia sempre qualcosa dell’atmosfera del quartiere perché Sinatra, non importa quanto lontano sia arrivato, in fondo è ancora il ragazzo del quartiere… solo che adesso può portarselo dietro, il quartiere»

Per il centenario della nascita di Frank Sinatra, che cadeva nel dicembre del 2015, la Taschen ha pubblicato questo Frank Sinatra has a cold. Un volume da collezione in tiratura limitata di soli cinquemila esemplari, che ospita il celebre articolo di Gay Talese, pubblicato dall’Esquire nel 1966, e le foto di Phil Stern che seguì Sinatra per ben quattro decenni, fino agli anni ’70.

L’articolo di Talese è considerato il miglior “feature” di tutti i tempi pubblicato dall’Esquire, e ha compiuto proprio quest’anno i suoi primi cinquant’anni. Con quell’articolo s’inaugura un nuovo modo di fare giornalismo, che passerà alla storia recente con il nome di New Journalism o Giornalismo Narrativo.

Nel 1965 Truman Capote pubblicava a puntate sul New Yorker gli articoli che sarebbero stati raccolti l’anno successivo nel capolavoro A sangue freddo. Sempre nell’inverno del ’65 Gay Talese cercava invece di intervistare il celebre cantante, ma quello che ottiene è un netto rifiuto: «Frank Sinatra ha il raffreddore». Non stava bene e non rilasciava interviste.

Talese non si perde d’animo e nonostante non incontrerà mai Sinatra vis-à-vis, rimane comunque a Los Angeles nella speranza di poterlo intervistare. Nel frattempo lavora sulle fonti e cerca di intervistare il maggior numero possibile di suoi amici, famigliari, collaboratori, faccendieri, manutengoli e parassiti di vario genere che gravitano nell’orbita del cantante.

Una massima di Hemingway dice che «la peggior sfiga che ti può capitare», nel caso di Gay Talese non poter intervistare il soggetto del suo articolo, «è la miglior cosa che ti possa capitare come scrittore», infatti il grande giornalista non solo ha trovato un nuovo punto di vista per raccontare la star, ma ha creato un nuovo genere narrativo di non-fiction.

«Frank Sinatra ha il raffreddore fu pubblicato sul numero dell’aprile 1966. Non ebbi mai l’opportunità di parlare a tu per tu con Frank Sinatra, ma forse è proprio questo uno dei punti di forza dell’articolo. Quello che avrebbe potuto dire o che avrebbe detto (essendo uno dei personaggi pubblici più protetti) lo avrebbe svelato meglio di uno scrittore attento che lo guardava in azione, in situazioni stressanti, orecchiando e aggirandosi a bordo campo?»

È lo stesso Gay Talese che svela i retroscena di quella celebre non-intervista, che diventerà il più famoso ritratto di Frank Sinatra, quello con il quale il cantante dovrà fare i conti fino alla fine, essendo diventata l’opinione corrente e più diffusa su di lui. Talese racconta la sua caccia all’uomo nell’introduzione a questa nuova edizione:

«Per il resto della settimana, dopo aver informato della situazione Harold Hayes, il direttore dell’Esquire, feci in modo di intervistare un po’ di attori e musicisti, dirigenti di studi cinematografici e produttori discografici, proprietari di ristoranti ed esponenti del gentil sesso che avevano conosciuto Sinatra nel corso degli anni. Dalla maggior parte di loro tirai fuori qualcosa: una briciola di informazione qui, una pennellata di colore là, piccoli tasselli di un grande mosaico che speravo riuscisse a rispecchiare l’uomo da decenni al centro della scena. Procedevo con le mie interviste (ogni giorno offrivo pranzi e cene a qualcuno) senza mai tirare fuori dalla tasca penna e taccuino. Usare un registratore, che peraltro non possedevo, avrebbe rischiato di rovinare l’atmosfera rilassata, incoraggiata (era quello che credevo) dal mio atteggiamento poco incalzante e dalla promessa che non avrei attribuito o citato in modo riconoscibile nulla di ciò che mi dicevano senza ricontattare la fonte per avere conferma e chiarimento».

Insomma una grande lezione di giornalismo e di perseveranza che è diventata anche una lezione di letteratura: in una parola uno dei primi tasselli di quel giornalismo narrativo in cui è importante trovare il tono giusto, perché come disse il giornalista Tracy Kidder: «Ogni storia ha dentro di sé uno o forse due modi di raccontarla. Il lavoro di un giornalista è scoprire quale».

Gay Talese – Phil Stern
Frank Sinatra has a cold
Taschen
2015

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