“Del dirsi addio” (Einaudi, 2017) è un ritorno di Marcello Fois sul “luogo del delitto” ovvero un ritorno al genere noir da cui era partito agli inizi della sua carriera di scrittore.
Ma è un ritorno che testimonia la raggiunta maturità letteraria dell’autore; la sua scrittura, oggi, è quella di un consumato ed esperto regista che sa dosare con grande efficacia la complessità dei sentimenti.
Il racconto, ambientato in una fredda Bolzano, inizia con l’improvvisa scomparsa di Michele , un ragazzino undicenne e della susseguente indagine condotta dal commissario Sergio Striggio, protagonista assoluto del romanzo. In realtà, come capita nei buoni noir, la vicenda di Michele è solo la locomotiva che traina una serie di vagoni, ognuno ricco di anime e delle loro relazioni: quella tra Sergio e Leo, legati da un amore segreto, quella tra Sergio e la sua vice Elisabetta, quella tra Sergio e Pietro il padre odiato e amato,quella tra Gea e Nicola genitori di Michele e, ancora, quella vissuta nel ricordo tra Sergio e la madre morente.
Personaggi tutti magnificamente compiuti e portatori ciascuno di una diversità riconducibile però alla stessa matrice: trovarsi a dirsi addio.
Un noir introspettivo dove i ricordi si susseguono, ripescati dal passato e trasferiti in un presente morbido quasi come quella “neve corposa” che si adagia e si spalma sulla città. Un noir dalla narrazione sempre in equilibrio tra il tema del dirsi addio con le sue varie striature malinconiche e l’indagine poliziesca. Ma è soprattutto convincente la naturalezza narrativa con cui Fois sa incalzare il lettore, stimolando un’inquietudine costante e proficua, sempre pronta a sfociare negli esiti più imprevedibili.
Autore: Marcello Fois
Titolo: Del dirsi addio
Editore: Einaudi
Anno: 2017