Il nome di Philip Lynott ai più non dirà niente. Probabilmente nemmeno la sua fotografia che fa da copertina al volume “Cowboy Song – la biografia autorizzata di Philip Lynott”, scritto da Graeme Thomson e uscito in Italia grazie alla Tsunami Edizioni.
Vi bastino allora alcune informazioni per comprendere l’originalità che ha contraddistinto il musicista dei Thin Lizzy. Nato da una ancora giovane ragazza irlandese e da padre americano di colore, Philip è uno dei primi “mulatti” che abbiano abitato la verde Irlanda. Il padre, va detto, non fu mai realmente presente nella sua vita. La madre Philomena, trasferitasi in Inghilterra, lo diede da crescere alla propria famiglia a Dublino, in particolare alla nonna del bambino, Sarah.
Un ragazzino mulatto con i capelli afro, senza padre, con la madre in Inghilterra, cresce nella casa della nonna materna assieme ad alcuni suoi zii; tutto questo nella cattolicissima Dublino dei primi anni ’60. Premesse che rendono affascinante comprendere come abbia fatto Philip a diventare dell’Irlanda la prima vera rockstar.
Il libro di Graeme Thomson è un lungo e dettagliato racconto di tutta la vita di Phil, grazie a una nutrita dose di testimonianze raccolte direttamente o estrapolate da interviste apparse in altri testi e media. L’opera è stata pubblicata lo scorso anno per celebrare i 30 anni della scomparsa del musicista, avvenuta all’età di soli 36 anni, nel 1986. Un lavoro praticamente perfetto. Thomson è uno dei più stimati giornalisti musicali e ha curato diverse biografie musicali nel corso degli anni. Miscela aspetti di vita quotidiana ad analisi prettamente musicali, coinvolgendo tantissime persone che hanno avuto rapporti con Philo.
La lettura è scorrevole, ogni singola pagina merita di essere letta per la ricchezza degli elementi che aiutano il lettore a conoscere e ripercorrere la carriera e la vita di questo leggendario musicista.
Impariamo così che da bambino nessuno andava a prenderlo a scuola, che poi, cresciuto, era sempre a bighellonare su e giù per Grafton Street, e che desiderava unicamente una cosa: vivere di musica, come Jimi Hendrix, con il quale aveva una certa somiglianza fisica.
Dalla sua storia impariamo anche la determinazione con cui un ragazzo può rincorrere il proprio sogno: anni di gavetta in Inghilterra passati più sulle autostrade all’interno di automobili e furgoni che in altri posti, praticamente sempre senza soldi, a suonare per poche persone in locali e pub di poco conto, con progetti di dischi che quasi mai convincevano a pieno, fino al primo vero successo, avvenuto quasi per caso nel 1973.
Ma non solo questo. Il libro ci porta a rivivere la Dublino degli anni ’60 e ’70, dove in Grafton Street era ancora possibile imbattersi in Brendan Behan inveire contro qualcuno al pub dopo l’ennesima pinta. E poi a Londra, anche se con minor partecipazione.
Autore: Graeme Thomson
Titolo: Cowboy Song – la biografia autorizzata di Philip Lynott
Titolo originale: Cowboy Song – The Authorised Biography of Philip Lynott
Traduzione: Stefania Renzetti
Editore: Tsunami edizioni
Anno: 2016