Azrael, terzo romanzo di Pierluigi Porazzi e sequel del suo romanzo di esordio L’ombra del falco, si caratterizza per l’originalità della trama e della struttura. L’autore, infatti, con sapiente dosaggio innesta in un genere thriller temi infidi e flessuosi del noir traducendo i frammenti di verità in tessere di un puzzle che si compie via via fino a chiudersi in un finale di orrenda e consapevole paura.
Un romanzo che fa di tutto per depistare il lettore ma che nello stesso tempo lo rifornisce continuamente di informazioni perché non perda di vista il nucleo centrale della storia, il nocciolo della questione, il big bang esistenziale nascosto tra le righe.
Alex Nero, il protagonista ex agente profiler, è ancora una volta chiamato in causa dal delirio ossessivo di un serial killer, ma il suo cuore d’investigatore si è indurito e la legge, per lui, si è ridotta a un codice di condotta individuale. Quando il male storico si ripresenta, la legge del cuore e della ragione non può prefiggersi alcun buon fine, l’uomo non dispone che di mezzi cattivi, soprattutto quando è immerso in una palude istituzionale tutta intrisa di vigliaccheria, opportunismi e perfidie.
Alex Nero più che un investigatore è una metafora, l’indagine vera e propria è quella che lo conduce diritto nel suo passato remoto dove si trova a fronteggiare i principi più profondi della sua esistenza e dove i ricordi ostentano un totale predominio del dolore.
Porazzi è un buon regista e riesce a puntare “la cinepresa” nel momento giusto sul personaggio giusto: la luce è perfetta, l’atmosfera intensa, l’ambientazione ovattata della provincia inevitabilmente rivela un tessuto sordido e doloroso tipico del miglior noir.
Un regista che, con consumata sapienza, riesce ad architettare una trama a blocchi dove ogni singolo capitolo si apre e si chiude, in un inizio, uno svolgimento preciso e un colpo di scena finale, mantenendo viva sia la suspance che l’attenzione al continuum spazio-temporale.
Un romanzo da leggere che non si dimentica tanto facilmente e che rimarrà nella memoria come termine di confronto per gli altri che verranno.
Azrael
Pierluigi Porazzi
Marsilio
2015