Ho letto “Atti osceni in luogo privato” prima dell’estate. E mi aveva provocato alcune sensazioni. Poi l’ho ripreso pochi giorni fa, e il gusto è completamente diverso. Ho – confesso – cercato conforto leggendo un po’ di recensioni, ma invano: perché si passava dalla stroncatura definitiva all’apoteosi mistica. Con queste premesse, mi sento un po’ più autorizzato a dirvi che il mio giudizio oscilla esattamente tra questi due estremi. In medio stat virtus, d’altronde.
“Atti osceni in luogo privato” di Marco Missiroli (uscito a febbraio 2015 per Feltrinelli) è un romanzo di formazione. Racconta la storia di Libero Marsell dai 12 anni fino al matrimonio e la paternità, a cavallo tra Parigi e Milano. Anni di scoperta, di conquiste, di letture, di donne. Il racconto scorre lieve, scritto con vera maestria. Ed è proprio la scrittura la cosa più bella di questo libro, più che la vicenda stessa: colta ma non snob, lieve ma non superficiale, oscena ma non volgare.
In effetti, diciamocela tutta: cosa ci sarà di così speciale in Libero? Adolescente in preda agli ormoni, sfoga da solo i suoi istinti sessuali, come hanno fatto tutti i ragazzi della sua età. Ogni fruscio di gonna, ogni lembo di pelle, ogni seno immaginato sotto una maglia sono tappe di ogni giovane che vive quella fase della propria vita alla ricerca spasmodica di esperienze. E quindi arriverà il sesso, che si trasforma poi in vera e propria bulimia (le 31 tacche sul bancone dell’osteria in cui lavorerà a Milano), finché non incontrerà l’amore della sua vita, e diventerà un papà felice e contento.
Ma c’è veramente tanto altro: la musica, il cinema, la politica, le amicizie. Ad una rilettura meno distratta, emergono alcuni aspetti importanti. Missiroli racconta la maturazione di Libero attraverso l’incontro con libri e personaggi. Da Camus a Buzzati, da Maugham e Carver e Withman, i tanti suggerimenti letterari danno un’idea precisa degli ideali e dei riferimenti con i quali cresce il giovane Marsell, e che danno un senso anche al suo nome di battesimo, Libero.
Viene voglia di sfogliare i libri suggeriti, e di ripercorrere le tappe di quello che è appunto un percorso di formazione. Alcuni personaggi di contorno sono perfetti nel loro ruolo: dall’oste milanese Giorgio alla bibliotecaria parigina Marie, vera e propria guida nel mondo delle letture (anche se si scoprirà che imbeccata) e fedele confidente. E solo nelle ultime, frettolose pagine (quasi che Missiroli abbia timore ad approfondire certe tematiche) torna in evidenza il rapporto di Libero con i genitori, con alcuni passaggi finanche commoventi.
Resta alla fine questo senso di disagio: il libro è bello ed è scritto in modo spettacolare. Ma forse tutta questa bravura andrebbe applicata ad una trama un po’ più complessa, o profonda. Perché se lieve – nell’accezione più positiva del termine – è la scrittura, rischia di essere altrettanto lieve il peso della storia di Libero Marsell nella memoria dei lettori.
Autore: Marco Missiroli
Titolo: Atti osceni in luogo privato
Editore: Feltrinelli
Anno: 2015
3 commenti
Il libro è molto carino, scorrevole per via del linguaggio semplice e facilmente comprensibile. Dalla comparsa di Anna effettivamente, come ho potuto constatare da altri commenti, il ritmo sembra essere un po’ più rallentato e si legge con un po’ più di fatica, ma penso sia dovuto dal semplice fatto che non stesse accadendo niente di entusiasmante nella vita di Libero da aggiungervi qualche colpo di scena dopo la sua separazione con la fidanzata.
Oltre a ciò, ho adorato i libri citati (tanti spunti di lettura e consigli che sicuramente prenderò in considerazione), ho adorato il percorso di vita del protagonista e di come sia maturato, ho adorato il fatto che si parlasse si di sesso, ma non in maniera estremizzata, nel giusto, con riferimento anche a cose culturali che sicuramente leggere in un libro non fanno male.
Voto da 1 a 10: 8
Io trovo che il libro sia scritto in modo scorrevole e accattivante, ma non lo definirei spettacolare. È il tipico linguaggio medio, ricalcato sul parlato, che ormai dilaga fra gli autori italiani. Certamente il testo ha un gran ritmo. Meglio la prima parte della seconda. Il Libero adulto è descritto in modo e in situazioni banali e un po’ tirate per le lunghe. A partire dalla comparsa di Anna, il romanzo scade di tono e qualità.
Per quanto riguarda le citazioni continue, beh è un modo furbetto per alzare lo stile, utilizzando nomi e parole di altri. Va bene qualche volta, ma non può diventare la cifra stilistica.
Ed effettivamente la cosa migliore di questo libro è il percorso artistico, letterario e musicale del protagonista. scritto bene certo, ma abbastanza noioso.