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Apnea – Arne Dahl

recensione di Apnea di Arne Dahl

Nulla è come sembra. L’acqua è uno specchio che divora gli avvenimenti, li trasfigura rigettandoli nella realtà, in quella giusta distanza tra fatti e significati, tra azione e motivazione che non sempre coincide col vero.

Lo sanno bene i due protagonisti di Apnea (Marsilio), Sam Berger e Molly Bloom, giunti alla loro terza indagine che è un tassello di una ricerca più ampia. Un’indagine che racchiude in sé mistero, bugie, inganni e false verità come solo un giallo ben definito e strutturato può regalare al lettore.

L’autore Arne Dahl mette insieme letteratura e attualità, miscelandole in un mix di relazioni, suspense e colpi di scena ai quali non è affidato il solo compito di rapire il lettore portandolo sino al dispiegamento finale, ma hanno anche il ruolo di pietre miliari in un labirinto a mezz’acqua i cui punti di svolta sono spesso fagocitati da un’oscura profondità. Omicidi, rapimenti, attentati terroristici, spie e tradimenti si alternano in un gioco di ombre con poche deboli luci.

Cosa succede tra le acque profonde della civilissima Svezia? A svelarlo al lettore è l’ex sovrintendente della polizia criminale di Stoccolma, Sam Berger. Il protagonista di questo terzo episodio della serie di Arne Dahl è stato accusato di omicidio; tuttavia, nonostante tutte le prove conducano a lui, Berger è innocente. Qualcuno vuole incastrarlo, isolarlo, spingerlo nell’abisso. In apnea. L’apnea è la sensazione di abbandono dei sensi, di assoluto silenzio e assenza d’aria che, come Sam Berger immerso nelle acque gelide, prova chi è chiamato a scindere il falso dal vero, la realtà che vede dalla verità degli eventi. Perché tutto può essere tremendamente falso.

“La verità era diventata qualcosa di temporaneo, qualcosa di passeggero che poteva essere spostato e cambiato in continuazione. Era una condizione orribile”.

La verità, come l’acqua, non sta ferma, non la si può afferrare, inscatolare. La verità comprime e, anche in questo caso alla stregua dell’acqua, lascia senza respiro, schiaccia col suo peso chi vi si trova immerso. In quattordici giorni, tra il 30 novembre e il 13 dicembre, Sam Berger e Molly Bloom seguono senza tregua la luce in alto nel tentativo di risalire a galla, riprendere il respiro e ricucire, infine, il vero col reale.

Nel terzo episodio dei casi di Berger e Bloom, Arne Dahl non lesina rimandi letterari mantenendo uno stile asciutto e una scrittura chiara e pulita. Pur con una tangibile ispirazione i maestri del giallo, non mancano elementi propri del romanzo psicologico: flusso di coscienza e introspezione sono infatti degli elementi ricorrenti nel romanzo del giallista svedese.

“Emozioni, pensò mentre scivolava negli inafferrabili domini del sonno. Il sentirsene colmare e non poterle mostrare. L’accoglierla qui, senza poter esternare il sollievo che fosse sopravvissuta, si fosse svegliata, fosse tornata alla vita, fosse rimasta la solita se stessa. Il non poter dire che portava in grembo una vita. Una vita che presumibilmente per metà era sua. Il non potersi voltare proprio ora e abbracciarla, accoglierla, diventare una parte di lei. La vita non era ancora completa, quello era chiaro”.

Autore: Arne Dahl
Titolo: Apnea
Casa editrice: Marsilio
Pagine: 407
Anno: 2019



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