Con il caldo i vestiti diventano molto più leggeri, e spesso è possibile vedere, o intravvedere, qualche tatuaggio normalmente nascosto nei mesi invernali. Le tipologie sono varie: disegni o scritte, tatuaggi colorati o meno, piccoli o grandi, in posti visibili o più nascosti. In alcuni casi conosciamo o possiamo intuirne il significato, in molti altri esso resta celato agli occhi più curiosi, rappreso tra l’inchiostro e la pelle.
I tatuaggi hanno un significato profondo, arricchito dalla storia personale e di essa segno indelebile. In Educazione siberiana Nicolai Lilin riflette molto sul significato dei tatuaggi, che considera un posto segreto dentro il quale nascondere ciò che per noi c’è di più sacro.
Un tatuaggio non è semplicemente un disegno. Vedi, un tatuatore è come un confessore. Lui scrive la storia di un uomo sul suo corpo.
A questo punto vi starete chiedendo cosa centri mai un articolo sui tatuaggi in un blog letterario. Ebbene, molti tatuaggi descrivono la passione per la letteratura attraverso l’immagine di un libro, una citazione letteraria, un’illustrazione o aforismi sui libri. Chi più ne ha più ne metta!
Ma cosa ancora più curiosa, per chi non lo sapesse, i tatuaggi in latino sono tra i più popolari insieme a quelli in inglese. Ed ecco il motivo reale dell’articolo. Molte persone scelgono una lingua straniera o comunque conosciuta da pochi. Le ragioni possono essere molteplici. Forse le citazioni latine sono preferite nella speranza che il significato reale e nascosto del tatuaggio resti segreto, forse semplicemente per imitare qualche star.
Il tatuaggio in latino di Angelina Jolie, quod me nutruit me detruit (ciò che mi nutre mi distrugge) ha riscosso enorme successo in tutto il mondo e nei social. Anche Dakota Johnson si è fatta tatuare una frase latina: acta non verba (“fatti non parole”), probabilmente legata al senso pratico dell’attrice, che non ama perdersi in chiacchiere. Forse, non è da escludere, in qualche caso alcune citazioni latine potrebbero essere state scelte per la grande passione per il mondo antico!
L’importante è conoscere il significato reale delle citazioni. Ecco qui un elenco delle frasi latine più gettonate per i tatuaggi.
Carpe diem (cogli l’attimo) è tratta dall’Ode 11 del libro I di Orazio ed è stata resa ancora più famosa con il film L’attimo fuggente. Colin Farrell si è fatto tatuare in lettere gotiche questa frase sul braccio. La locuzione è un invito a godere delle piccole opportunità quotidiane: nell’impossibilità di conosce il futuro, bisogna imparare ad apprezzare ciò che si ha nell’attimo che passa.
Tu non domandare – è un male saperlo – quale sia l’ultimo giorno che gli dei, Leuconoe, hanno dato a te ed a me, e non tentare gli oroscopi di Babilonia.
Quant’è meglio sopportare tutto ciò che accadrà, quale che esso sia!
Sia che Giove abbia assegnato molti inverni, sia che (abbia assegnato) come ultimo (inverno) questo che ora fiacca contro le opposte scogliere il mar Tirreno: sii saggia, filtra i vini e, poiché il Tempo è breve, riduci speranze eccessive.
Mentre parliamo, il Tempo invidioso sarà già fuggito: cogli l’attimo il meno possibile fiduciosa nel domani.
Vita brevis (la vita è breve) è ricavata da una locuzione in lingua latina che tradotta in italiano recita “la vita è breve, l’arte è lunga, l’occasione fuggevole, l’esperimento pericoloso, il giudizio difficile”. La frase latina è la traduzione successiva di un aforisma del medico greco Ippocrate di Coo, che allude all’arte della medicina. La frase sarà poi ripresa da Seneca nel De brevitate vitae, il quale asserisce con intento polemico che la vita non sarebbe breve se non la si dissipasse in occupazioni futili e prive di valore.
Memento audere semper (ricordati di osare sempre) è una locuzione latina coniata dal poeta italiano Gabriele D’Annunzio. Con tale aforisma, desunto dall’acronimo MAS, D’Annunzio intendeva omaggiare lo strumento bellico denominato Motoscafo armato silurante.
Amor vincit omnia è una frase latina ricalcata sintatticamente sulla costruzione della frase italiana. La locuzione originale è Omnia vincit amor et nos cedamus amori (“L’amore vince tutto, anche noi cediamo all’amore”) tratta dalle Bucoliche (X, 69) di Virgilio. Nella decima ecloga, Gaio Cornelio Gallo è indotto da una delusione amorosa a rinunciare alla poesia elegiaca per dedicarsi a quella pastorale. Alla fine è però costretto a ritornare sui propri passi, riconoscendo la supremazia incontestabile dell’amore.
Inveniam viam aut faciam, letteralmente “troverò una strada (un modo) o ne farò una”, è una frase latina attribuita al comandante cartaginese Annibale. Quando i suoi generali gli dissero che sarebbe stato impossibile attraversare le Alpi con gli elefanti, si racconta che Annibale pronunciò tale locuzione. Essendo cartaginese, Annibale parlò naturalmente in punico, non in latino.