II 20 gennaio 2017 a Palazzo Loredan, Venezia, è stata inaugurata la mostra “Prima dell’alfabeto. Viaggio in Mesopotamia alle origini della scrittura”, curata dall’assiriologo e studioso del Vicino Oriente Antico Frederick Mario Fales (Università degli Studi di Udine). Circa 200 oggetti della Collezione Ligabue saranno esposti per la prima volta nella Biblioteca ottocentesca del palazzo veneziano fino al 25 aprile.
Sigilli, frammenti di bassorilievi, tavolette cuneiformi e manufatti delle civiltà mesopotamiche ripercorrono 3000 anni di storia della scrittura, dai primi pittogrammi all’astrazione dei segni cuneiformi. L’entità e l’importanza storica degli oggetti, ma anche il collezionismo appassionato e rispettoso dei luoghi, caratterizzano la collezione di Giancarlo Ligabue (1931-2015), imprenditore ma anche archeologo.
La nascita della scrittura cuneiforme, avvenuta quasi contemporaneamente in Egitto e in Mesopotamia verso il 3200 a.C., è un momento affascinante della civiltà umana che ha cambiato irrimediabilmente i rapporti umani.
L’ambiente sociale, economico e religioso in cui questa grande rivoluzione ha avuto luogo è la terra di Sumeri, Accadi, Assiri e Babilonesi, oggi martoriata dalla guerra. Le tavolette di argilla, materiale principale della terra mesopotamica, raccontano le dinamiche sociali e della vita quotidiana di queste terre: commerci di legname o di animali, contratti per l’acquisto di case e di terre, cause giuridiche, traffici carovanieri ed elogi per principi. Ma non mancano tavolette storiografiche, religiose e celebrative, o addirittura letterarie, contenenti miti e leggende di dei ed eroi.
I primi pittogrammi del proto-cuneiforme sono stati rinvenuti a Uruk. Essi erano semplici annotazioni e servivano da ausilio a un sistema amministrativo e contabile già strutturato. I documenti erano redatti da abili scribi, e con il tempo furono istituite vere e proprie scuole per la formazione di una nuova classe di funzionari.
Georg Friedrich Grotefend (1775 – 1853) riuscì per primo, all’età di 27 anni, a decifrare la scrittura cuneiforme. Dopo di lui Henry Creswicke Rawlinson (1810 – 1895) copiò l’iscrizione trilingue di Dario I sulla parete rocciosa di Bisutun, sospeso a 70 metri dal suolo. Prima dei loro contributi le storie dell’antica Mesopotamia, i nomi di città, come le maestose Ninive e Babele, e di personaggi quali Nabucodonosor II, che distrusse Gerusalemme, erano conosciute solo attraverso la Bibbia e i testi storici greci, latini e bizantini.
La mostra ci trasporta in un universo di segni e di simboli, di incisioni e di immagini, e racconta la grande rivoluzione che si cela dietro un semplice segno.
Per informazioni sulla mostra: www.primadellalfabeto.it