Trovandomi in Erasmus a Vienna e frequentando un corso di papirologia alla Biblioteca Nazionale, mi sembra giusto dedicare questo articolo alla collezione di papiri della capitale austriaca. Durante le lezioni abbiamo modo di osservare dal vivo alcuni papiri non pubblicati della collezione, e devo sinceramente confessarvi che tenere un papiro tra le mani e guardarlo da vicino è un’esperienza emozionante.
Dal XIX secolo la Biblioteca Nazionale Austriaca conserva una raccolta di papiri invidiabile, tra le più grandi al mondo. Precedentemente di proprietà dell’arciduca Rainer, la collezione fu poi donata da quest’ultimo all’imperatore Franz Joseph I d’Austria il 18 agosto 1899 in occasione del compleanno del sovrano austriaco. La raccolta comprende 180,000 testimoni scritti provenienti dall’Egitto, risalenti al periodo dei faraoni, alla dominazione greca e romana, alla conquista degli arabi e al periodo islamico.
Il materiale di supporto è vario e comprende papiri, pergamene, cuoio, legno e tavolette cerate. Le lingue testimoniate sono quelle parlate in Egitto tra il XV secolo a. C. e il XV secolo d. C. : l’egiziano, il copto, il greco, il latino, l’ebraico, il siriaco, l’armeno e l’arabo. Dal 2001 la collezione è iscritta nell’UNESCO’s Memory of the World Programme Register.
La collezione è famosa per i Libri dei morti e per i ritratti del Fayyum, oltre che per la varietà linguistica offerta. I testi sono di contenuto vario: si passa da contratti di vendita e questioni amministrative a testi di stregoneria e di contenuto più letterario. La diversificazione dei temi testimonia la multiformità e le diverse sfaccettature della cultura egiziana, consentendone una migliore comprensione.
La collezione comprende anche il papiro di Artemisia, donna altrimenti sconosciuta. Appellandosi alla divinità greco-egiziana Oserapis, Artemisia si avvale del potere della parola scritta per chiedere una punizione esemplare per il padre di sua figlia, che avrebbe privato la bambina dei riti funebri e della sepoltura. La donna si augura in tono piuttosto drastico che altrettanto succeda a lui e ai membri della sua famiglia.
L’inizio del papiro recita:
O signore Oserapis e voi, dèi che risiedono con Oserapis, io vi invoco, Artemisia qui presente, figlia di Amasis, contro il padre della figlia che la priva degli onori funebri e della sepoltura.
Il testo è molto frammentario e di difficile lettura. Per dare maggiore valore alla maledizione, il testo viene ripetuto per tre volte.
La collezione comprende anche un papiro con una parte delle Historiae di Sallustio:
In copertina: amuleto contro gli scorpioni. Carta, copto. 5,7 x 6,5 cm, X-XI secolo d.C.