Quando ho terminato “Lara vuole essere felice” mi sono resa conto di non aver letto un romanzo, bensì un testo teatrale. Un testo che vedrei volentieri trasposto sul palco, per giunta. Specie se nei panni di Lara ci fosse proprio lei, Margot Sikabonyi.
Ma andiamo per ordine: Lara è un’ex ballerina che ha attaccato le scarpe al chiodo quando sono nate le gemelle, Alice e Alina, ora seienni.
Reduce da un divorzio ancora fresco, deve affrontare un trasloco per cui non è pronta e due bambine che chiedono alla madre sicurezza e stabilità di fronte al cambiamento in atto.
In aggiunta, la protagonista sente il peso di una richiesta silente della società che, ora che la vede spoglia della vita precedente, le chiede di rincasellarsi al più presto. Così Lara sperimenta la professione di influencer, nuovi amori passionali e percorsi spirituali.
I temi che l’autrice desidera far emergere sono sensibili alla situazione di molte persone oggigiorno: la paura della solitudine, il bisogno di approvazione e l’idealizzazione delle pratiche spirituali.
“Quando non abitiamo più il nostro corpo, il tempo passa sopra di noi con noncuranza.”
Una donna che attraverso il corpo ha imparato a esprimere se stessa e l’Arte, nel momento in cui viene catapultata su un palco che non le appartiene trasla tutte le emozioni dalla pancia alla mente: solo quando imparerà ad ascoltarsi, nella solitudine amica che solo la Natura può offrire, ritroverà la “scena” che la fa sentire viva.
Questa è l’idea che mi sono fatta di Lara, questo è il messaggio che, a mio avviso, l’autrice invia ai lettori.
E lo fa servendosi di uno stream of consciousness potente, a cavallo tra la prosa e la poesia.
E qui torniamo alle prime righe di questa recensione: Margot Sikaboniy sceglie di catapultare il lettore nel presente, nel conflitto interiore della protagonista, alterna i punti di vista: all’inizio di ogni capitolo c’è un monologo di Lara, dal ritmo serrato, incisivo, trasformante. La sua voce è presente e sfonda la pagina, chiede le tre dimensioni.
“E allora obbedisco, e lascio andare. Dalle caverne più profonde dei ventricoli e degli atri del mio cuore esce un urlo. Non posso trattenerlo. Un lamento dalle viscere del sé, che però sembra parlare la lingua del mondo. Il la mento dei lamenti, dal profondo del ventre della terra.
Tutto il non ascoltato che esce in quel vomito sonoro. Mi piego in avanti lasciandomi attraversare da quel dolore, lasciandomi essere strumento, lasciandomi pervadere da quella musica lacerante, come se il mio compito fosse quello di suonare fuori il dolore mio legato al dolore più antico, che è ancora più mio, e dei miei avi, mio e di tutti, un dolore collettivo.”
Avendo partecipato alle lezioni di yoga di Margot Sikabonyi e come discente nei suoi percorsi di Health coaching, posso dichiarare che in “Lara vuole essere felice” c’è molto di quello che lei condivide e insegna e di cui ci aveva già parlato in questa intervista.
Consiglio, quindi, questo romanzo a chi sta affrontando un periodo di trasformazione interiore e non trova il coraggio di lasciarsi andare.
Autrice: Margot Sikabonyi
Titoli: Lara vuole essere felice
Editore: Cairo
Anno: 2024