Stanchi dei soliti nomi triti e ritriti in cima alle classifiche dei più letti e venduti?
Bene, perché quella che va dal 12 al 18 febbraio è la settimana buona per trasformare un (buon) libro, rigorosamente pubblicato da una casa editrice indipendente di qualità, in un vero e proprio caso editoriale.
L’iniziativa “Modus Legendi”, promossa per la prima volta nel 2016 dal gruppo Facebook Billy, il vizio di leggere, consiste nel promuovere l’acquisto in massa nelle librerie – in un tempo limitato di una settimana – di un titolo precedentemente votato, con lo scopo di farlo arrivare nelle classifiche nazionali. Impresa spesso ardita se il libro non è firmato da un personaggio televisivo o edito da una potente casa editrice.
La prima edizione di Modus Legendi si è conclusa nel mese di aprile 2016 con enorme successo, consacrando Annie Ernaux nel panorama culturale italiano con il suo “Il Posto”, in terza posizione nella classifica nazionale narrativa straniera e all’undicesima di quella generale.
Già vincitore del Premio Procida – Isola D’Arturo – Elsa Morante 2016, “Neve, cane, piede” di Claudio Morandini racconta di un vallone isolato delle Alpi dove s’aggira un vecchio scontroso e smemorato, Adelmo Farandola, che la solitudine ha reso allucinato: accanto a lui, un cane petulante e chiacchierone che gli fa da spalla comica, qualche altro animale, un giovane guardiacaccia che si preoccupa per lui, poco altro.
La vita di Adelmo scorrerebbe scandita dai cambiamenti stagionali, tra estati passate a isolarsi nel bivacco sperduto e inverni di buio e deliri nella baita ricoperta da metri di neve, se un giorno di primavera, nel corso del disgelo, Adelmo non vedesse spuntare un piede umano dal fronte di una delle tante valanghe che si abbattono sulla vallata.
“Neve, cane, piede” si ispira a certi romanzi di montagna della letteratura svizzera, in particolare a quelli di Charles-Ferdinand Ramuz, o alle opere ancora più aspre di certi autori di lingua romancia, come Arno Camenisch, Leo Tuor o Oscar Peer: vi si racconta una vita in montagna fatta di durezza, di fatica, di ferocia anche, senza accomodamenti bucolici.
Nell’ambiente immenso, ostile e terribile della montagna, il racconto dell’isolamento dell’uomo, del ripetersi dei suoi gesti e dell’ostinazione dei suoi pensieri è reso dalla descrizione minuziosamente realistica che a volte si carica anche di toni grotteschi e caricaturali, soprattutto nei dialoghi tra uomo e animali, questi ultimi dotati di loquacità assai sviluppata.