“Don’t judge a book by its cover” (non giudicare un libro dalla copertina) è l’urlo di guerra della catena di librerie indipendenti australiana Elizabeth’s Bookshop di Newtown, un sobborgo di Sidney, che ha lanciato una iniziativa davvero ambiziosa: il “blind date with a book” (appuntamento al buio con un libro).
Uno scaffale della libreria è tutto dedicato a una serie di libri impacchettati con una semplice carta marrone in cui sono riportate solamente delle parole chiave, delle brevi frasi o aggettivi che descrivono il libro ma senza svelarlo.
In questo modo, il lettore potrà partecipare al suo personalissimo appuntamento al buio con il libro, senza essere influenzato dalla copertina, dal titolo, dall’autore, dalla fascetta promozionale o dalla lunghezza del libro, ma solo lasciandosi guidare dall’istinto e dalle poche descrizioni riportate sul pacchetto.
L’originale iniziativa ci piace perché, come ha spiegato la direttrice delle librerie Newton in un’intervista al giornale Daily Telegraph, aiuta il lettore a uscire dalla propria “zona di comfort letteraria” per lasciarsi sorprendere da un nuovo genere, da un nuovo autore, da una trama che mai avrebbe pensato di leggere. In più, è molto bella l’idea di condensare in poche parole l’essenza di un libro, offrendo consigli di lettura “personalizzati” in base allo stato d’animo o alle emozioni che quel libro può suscitare.
L’appuntamento al buio con un libro resta senz’altro una riuscita operazione di marketing, che infatti ha avuto un grande successo nella catena australiana tanto da sbarcare anche in Italia, ma che può aiutare i lettori impigriti a scoprire nuovi gusti e generi letterari. Certo è che, in ogni appuntamento al buio, le delusioni sono un rischio da mettere in conto, ma poi, non aveva forse ragione Robert Sabatier quando ha scritto:
Scegli un libro. Ma forse lui ha scelto te.