“Uno scrittore che attende sempre il momento più propizio per iniziare a scrivere morirà senza aver messo neanche una parola su carta.”
Dice la giornalista Maria Popova: “Il mio recente articolo sulla routine quotidiana di Kurt Vonnegut ha alimentato la mia curiosità anche verso la routine di altri scrittori famosi. Attraverso la documentazione di vecchi diari e interviste, soprattutto quelle pubblicate sul Paris Review, sono riuscita a risalire alle routine di una piacevole scrittura a mano dei miei autori preferiti”.
Ray Bradbury
Posso lavorare ovunque. In camera da letto o in salotto, come quando da ragazzo vivevo in una piccola casa di Los Angeles con i miei genitori e mio fratello. Scrivevo a macchina con la radio accesa, mentre mia madre, mio padre e mio fratello parlavano uno sopra l’altro. Più avanti, quando ho iniziato a scrivere Fahrenheit 451, ho trovato all’UCLA una stanza adibita alla scrittura, nella quale se inserivi 30 cent nella macchina da scrivere, avevi a disposizione trenta minuti per battere a macchina”.
Susan Sontag
Susan Sontag nel 1977 formula nelle pagine del suo diario dei veri e propri propositi da mettere in pratica che vanno ad arricchire la sua raccolta di perle di saggezza sulla scrittura:
- La mattina mi alzerò non più tardi delle otto (è concessa un’eccezione una volta a settimana).
- Pranzerò con Roger [Straus]. (Non andrò quindi a mangiare fuori. È concessa un’eccezione una volta a settimana).
- Scriverò nel mio diario ogni giorno.
- Chiederò alle persone di non chiamarmi la mattina o comunque in quella fascia oraria non risponderò al telefono.
- Tenterò di relegare le ore di lettura alla sera (leggo troppo e questo si trasforma in una scusa per non scrivere).
- Risponderò alle lettere una volta a settimana.
In un’intervista al Paris Review vent’anni più tardi, Susan Sontag descrive in maniera dettagliata la sua routine:
Scrivo di getto. Scrivo quando ne sento il bisogno, quando la pressione si accumula e ho finalmente la certezza che è ora di trasformare in parola scritta quello che da tempo è maturato nella mia testa.
Quando sono davvero coinvolta in qualcosa, non voglio dedicarmi ad altro. Non esco, mi dimentico di mangiare, dormo poco. Non è un modo molto disciplinato di lavorare, lo so, e non rende il mio lavoro molto proficuo. Ma lo rende incredibilmente interessante sotto altri aspetti”.
Henry Miller
“Mattina: Se sei intontito, scrivi su carta i tuoi pensieri alla rinfusa e poi riordinali come stimolo. Se ti senti in forma, scrivi.
Pomeriggio: Suddividi il lavoro da fare in paragrafi e attieniti scrupolosamente al programma. Non sono ammessi intrusi o distrazioni. Scrivi con il solo e unico scopo di finire quel paragrafo che ti eri prefissato.
Sera: Esci con gli amici. Leggi nei cafè. Fatti coinvolgere da situazioni e stati d’animo che non ti sono familiari: vai a piedi se il tempo è umido e in bici se è afoso. Se sei in vena di scrivere, fallo, ma attieniti a un programma più leggero. Se ti senti vuoto o stanco, dipingi. Appuntanti ogni cosa, stila una classifica delle tue priorità, correggi il manoscritto al quale stai lavorando.
Nota: Ritagliati del tempo durante il giorno per visitare un museo o per fare qualche schizzo o giro in bici. Schizza nei cafè, in treno o mentre ti trovi in strada. Guarda meno film! Recati in biblioteca una volta a settimana per controllare le fonti”.
Ernest Hemingway
Maya Angelou
Maya Angelou nel 1990 condivide con i lettori del Paris Review la sua routine:
Tradotto dall’originale articolo di Maria Popova.
Leggi qui l’articolo originale.