È autunno inoltrato ed è tempo di riprendere a onorare la tradizione del tè, bevanda gustosa, ma anche un ottimo espediente che rende il pettegolezzo cosa garbata. Se si è studenti si può anche usare la scusa del “metto su l’acqua” per continuare a procrastinare durante le sessioni d’esame.
Il tè rimane, comunque, una delle bevande protagoniste della storia della letteratura inglese.
Devo forse ricordarvi Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, la parte in cui il Cappellaio Matto chiede ad Alice se vuole ancora del tè e lei risponde, seccata, che non ne aveva bevuto neanche una goccia e che, quindi, non ne poteva prendere di più? Il dialogo tra i due è una simpatica esasperazione di questa tradizione inglese che continua ad affascinarci.
Nei romanzi di Jane Austen sembra che non possa accadere niente di fondamentale, se non mentre i protagonisti si ritrovano a sorseggiare un buon tè. Una delle scene cruciali tra Pip ed Estella di Grandi speranze di Dickens, inoltre, avviene sempre mentre i due hanno una tazzina in mano. Che sia una coincidenza?
Sembra che l’usanza del tè prenda vita anche nella letteratura; e il contrario è possibile? Può la letteratura prendere forma grazie all’aroma di un gustoso tè caldo? I tipi di Narratè, la nuova startup italiana, ci confermano che è possibile.
Il fondatore della startup è Adriano Giannini, che racconta in un’intervista a Linkiesta che la lampadina si è accesa durante una notte insonne, quando decise di prepararsi una camomilla e di leggere gli ingredienti della bustina durante il tempo di infusione
Dopo l’idea, la nascita del food design, che ha portato Andrea Giannini e il suo team a vincere il concorso Creative Business Cup Italy 2015 e quindi a rappresentare l’Italia nella finale internazionale che si terrà a Copenaghen a novembre.
Da un escamotage alternativo per ingannare il tempo, mentre si attende che l’acqua si impregni di tutti gli aromi, all’ambizione di raccontare l’Italia sfruttando un approccio sinestetico; Narratè ha dato il suo contributo anche all’universalità di Expo, preparando una miscela che al tè nero aggiunge rooibos, cardmomo, cannella, cioccolato e vaniglia.
Ci voleva proprio qualcuno che elevasse il ruolo del tè, da quello di noioso espediente per chit-chatting da salotto a quello di compagno di lettura, che informa e intrattiene con i suoi particolari aromi e i suoi originali racconti.