Il nome è inglese ma il marchio è tutto italiano: Direttrice radio l’una e Ingegnere l’altra, Gioia e Valentina sono insieme le prime Personal Book Shopper italiane e offrono consigli di lettura che si abbinano perfettamente al vostro stato d’animo.

A Settembre probabilmente è la nostalgia delle vacanze estive il vostro sentimento e avete bisogno di una buona dose di audacia per ricominciare, o magari siete reduci da un weekend di pioggia-divano-the caldo-gatto sulle ginocchia, o peggio ancora le temperature si abbassano e guardate con perplessità il vostro armadio: per queste e tante altre situazioni il blog di queste Personal Book Shopper è una manna dal cielo e una ricca fonte di spunti per letture nuove che esulano dai titoli solitamente pubblicizzati.

Potete anche rivolgervi direttamente a Gioia e Valentina contattandole via email oppure usare la web app da loro inventata (provatela e fateci sapere che ne pensate!).

Sono le prime italiane ad imbarcarsi in questo esperimento culturale e Piego di libri le ha intervistate per saperne qualcosa di più.

Personal book shopper

Siete le prime Persona Book Shopper italiane, cosa vi ha spinto a scegliere questo ruolo all’interno del mondo letterario?
Gioia: Tutto è nato da un desiderio ‒ che le persone non abbandonino un libro a metà sul comodino, ma lo finiscano con piacere e abbiano voglia di leggere ancora ‒ e da un’intuizione ‒ che sia fondamentale leggere un libro al momento giusto, ossia che il libro sia in sintonia con il proprio modo di essere e il proprio mood del momento ‒.

crediamo sia fondamentale che il libro sia in sintonia con il proprio modo di essere e il proprio mood del momento

Quanto al nostro ruolo nel mondo letterario non è esclusivo: l’essere Personal Book Shopper non preclude altri tipi di collocazione nel mondo editoriale. Il nostro blog ha i contenuti tipici di un blog letterario (racconti di libri più che recensioni, interviste agli autori e agli editori, curiosità editoriali ecc.) ma la declinazione è improntata sulla nostra filosofia, cioè “dimmi chi sei e ti dirò cosa leggere”. Ad ogni libro è sempre abbinato il profilo del suo lettore ideale (noi lo chiamiamo identikit) ed è possibile navigare il sito attraverso degli hashtag che rappresentano le caratteristiche caratteriali del lettore (timido, estroverso, gattaro, malinconico ecc.).

Come si diventa una Personal Book Shopper?
Valentina: Bella domanda! Non ci sono corsi, se è questo che intendi. L’unica figura riconosciuta (all’estero peraltro) è il biblioterapeuta, che ha una formazione da terapista. Il nostro mestiere invece è una consulenza basata sull’empatia: cerchiamo di capire chi abbiamo di fronte (di persona, o attraverso le mail che riceviamo o i social) e di dargli/le un buon suggerimento di lettura attingendo dalla mole di libri che abbiamo letto. Per far questo è fondamentale leggere tanto e con una certa capacità di giudizio. Poi serve anche molta memoria e saper catalogare mentalmente in modo ordinato le letture – io ad esempio di formazione sono ingegnere, e questo mi aiuta.

Avete anche creato una web app, qual è secondo voi la forma che più efficacemente persuade una persona a comprare un libro? Mi riferisco a recensione, passaparola, consiglio, ecc.
Valentina: Noi nasciamo in radio: crediamo che il racconto di un libro, se fatto con passione e competenza, sia la chiave per far venir voglia di leggerlo. Quindi nessuna di queste forme espressive che menzioni, o viceversa tutte: l’importante è come trasmetti quello che il libro ha da dire – non sai quante volte Gioia ha comprato un romanzo, dopo avermelo sentito raccontare in radio!
Si potrebbe pensare che anche il passaparola sia un forma persuasiva potente, ma in realtà spesso risulta fallace: chi legge in linea di massima consiglia quello che ha amato lui e lui solo, con il risultato che il libro può non piacere al destinatario del suggerimento. Noi cerchiamo invece di astrarci e ci concentriamo sul lettore e sulle sue esigenze, dimenticando i nostri gusti personali.

crediamo che il racconto di un libro, se fatto con passione e competenza, sia la chiave per far venir voglia di leggerlo

Come si fa ad abbinare un libro ad uno stato d’animo?
Gioia: non c’è una ricetta, una regola, uno schema. Potrei dire che lo facciamo “intuitivamente”. Anche la web app che abbiamo realizzato è in una certa misura empatica, perché nasconde un cervello intelligente che attraverso le domande che formula capisce che tipo di persona (e di lettore) ha davanti. Certo quando leggiamo prestiamo molta attenzione a che sentimenti la lettura suscita e in quale stato d’animo siamo in quel momento.

Tutte le interviste di Piego di Libri si concludono con la domanda di rito: libro sul comodino?
Valentina: “La zona d’interesse” di Martin Amis
Gioia: “Leggere Lolita e Theran” di Azar Nafisi