Il lettore accanito di Dave Eggers è senz’altro ambizioso e affamato. Ogni libro che pubblica lo scrittore risulta essere un capolavoro che tratta temi universali, ambientato in terre lontane, ma non per questo distante al mondo dei lettori. Anzi.
La parata (Feltrinelli, 2019) è il suo ultimo romanzo e l’autore dichiara di averlo scritto di getto, nel suo garage, dove produce e produce isolato da qualsiasi distrazione tecnologica.
Nove e Quattro sono due contractor incaricati, da un’azienda multinazionale, di asfaltare la strada che collega il sud e il nord di un paese africano, segnato dalla fine della guerra. Al termine del loro incarico, con una parata, il sovrano festeggerà la fine dei lavori e l’unione tra le due parti del paese, un tempo pullulate da fazioni nemiche.
La narrazione barocca e riflessiva de Il Cerchio viene sostituita in questo romanzo da uno stile asciutto, chiaro e brillante, che fa de La parata un libro prezioso anche per gli aspiranti scrittori.
Il vero motivo per cui dovreste leggere La parata, infatti, sono i protagonisti, creati da Dave Eggers con una maestria impressionante.
Quattro è ligio al lavoro, diffidente e focalizzato sul portare a termine l’obiettivo, che gli provoca ansia. E’ il collega iper vigile, pronto a rimproverarvi qualsiasi mancanza. Nove è ribelle, amante della vita, e approfitta di ogni occasione per mischiarsi con la gente del luogo e scoprire le bellezze di una terra straniera. Rischiando di rallentare i lavori e di far perdere la pazienza a Quattro.
L’alchimia dei due è evidente. Eggers realizza tutto ciò con dialoghi molto realistici e situazioni anche comiche che strapperanno al lettore più di una risata.
“Quattro conosceva bene il tipo: un uomo divertito da tutto, soprattutto da se stesso. Si era fatto crescere i capelli in un modo che ostacolava la vista e lo obbligava a spostarseli dagli occhi cento volte al giorno. Che assurdità. Per un uomo così, questo lavoro era un’avventura, uno svago.”
La brevità del romanzo è inversamente proporzionale all’importanza dei temi trattati. Lo scenario di povertà, paura e distruzione del dopoguerra è ben presente, seppur visto con gli occhi inconsapevoli di due stranieri.
Nove e Quattro, infatti, siamo noi occidentali che osserviamo e giudichiamo conflitti che non viviamo in prima persona. Dave Eggers, con la pesata leggerezza del grande scrittore, ci porta a chiederci se siamo Quattro o Nove. Siamo il lavoratore che esegue il proprio compito a testa bassa, senza mai sgarrare o interrogarsi sulle conseguenze morali che porta il proprio operato. O siamo colui che vede il viaggio come una scoperta di nuovi valori, che riflette e si interroga sul significato di scenari così diversi da quelli a cui siamo abituati?
“Quattro liberò la tenda dal suo contenitore e l’uomo guardò con grande interesse come, appena scossa e inclinata, la tenda prese forma. Quattro sperò che ignorare l’uomo potesse accelerare la sua partenza, ma l’uomo non diede segno di voler andarsene. Siccome aveva accompagnato il veicolo per un po’, ed era stato visto parlare con Quattro, e siccome aveva sgomberato gli adolescenti dalla capsula, agli occhi degli abitanti del villaggio, diversi dei quali stavano osservando da lontano, l’uomo sembrava ormai in qualche modo un socio di Quattro.
“La saluto ufficialmente”, disse l’uomo. “La gente di qui vorrebbe onorarla con un evento. Sarà un evento molto bello, con il nostro cibo migliore. Sarà sacrificato un vitello per celebrare la sua strada. Sarà una delle mie bestie, la migliore che possiedo”. Era severamente vietato dalla policy aziendale farsi festeggiare, specialmente in una regione come questa, divisa da ostilità tribali. Passare del tempo con una tribù in un contesto asimmetrico come il loro poteva esser visto come una scelta di parte, e non c’era niente di più rischioso.
L’equilibrio creato da queste personalità opposte viene ribaltato con brutalità verso la metà del romanzo. Quattro verrà messo alla prova dalla propria coscienza, imparerà ad ascoltarsi e ad ascoltare, grazie alla guida di Medaglione, un altro meraviglioso personaggio secondario, costruito sempre minuziosamente da Eggers.
L’evento che apre la narrazione, la parata, quasi viene lasciata sullo sfondo per molte pagine, proprio per enfatizzare il rapporto che nasce ed evolve tra i due protagonisti. Come un animale pericoloso e silenzioso, però, ritorna verso la fine, per lasciare i lettori scioccati da un finale a sorpresa, ma non del tutto inaspettato.
Autore: Dave Eggers
Titolo: La parata
Traduzione: Francesco Pacifico
Editore: Feltrinelli
Anno: 2019