Per quei pochi che non lo conoscessero, basti dire che Glenn Cooper viene considerato il più bravo scrittore di thriller storici al mondo. Oggi, il suo ultimo lavoro, “L’invasione delle tenebre. Dannati” (Casa Editrice Nord), uscito appena il 16 novembre, ha già scalato tutte le classifiche.
Giunto alla scrittura di professione dopo un’importante carriera come manager nel settore delle biotecnologie farmaceutiche, laureato anche in Archeologia, lo scrittore americano è uno dei personaggi pubblici più disponibili che abbia mai incontrato.
Un sentito ringraziamento per questa intervista.
Ha scritto molti romanzi sino ad ora. Qual è stato il più difficile? Il primo?
Sicuramente, “La biblioteca dei morti“. I primi romanzi sono i più difficili perché non devi solamente raccontare una storia valida e ben congeniata, ma anche immaginarti come costruire un romanzo.
Quanti libri legge quando inizia un nuovo romanzo?
Moltissimi. Tengo molto all’accuratezza storica e per alcuni dei miei romanzi mi ritrovo a dover leggere interamente o in parte anche 300 tra libri e articoli.
Utilizza computer con software specifico per gestire i suoi progetti letterari?
No, utilizzo MS Word per abbozzare e scrivere. Ho provato diversi software in passato, come Scrivener, ma alla fine mi trovo meglio con un semplice word-processor.
Dai suoi romanzi, il personaggio che ama maggiormente e quello che odia.
Ovviamente di norma preferisco i miei eroi ai cattivi. C’è stata un’eccezione. Ho trovato il mio eroe de “L’ultimo giorno”, l’agente dell FBI Cyrus O’Malley, un tipo piuttosto deprimente. Il suo nemico, lo scienziato malvagio Alex Weller, è risultato un personaggio più affascinante e complesso.
Scelga uno dei suoi libri da mandare nello spazio per gli alieni. Perché proprio quello?
“La Mappa del Destino“. Copre l’arco della vita umana sulla Terra dall’età della pietra al medioevo sino ad oggi. Così è il migliore dei miei libri per farci comprendere a una civiltà aliena.
Andando indietro nel tempo, chi vorrebbe incontrare?
Enrico VIII. Affascinante e carismatico, intellettuale ed egocentrico. E ho avuto modo di incontrarlo in tutti e tre i libri della serie Dannati.
Il suo libro preferito d’infanzia, quando era studente, e oggi?
Lo stesso libro, “Pian della Tortilla” di John Steinbeck. Il libro più divertente, tenero, bello, e profondo mai scritto.
Questa rubrica si chiama “Il libro sul comodino”. Quale libro c’è sul suo?
“The Norton Anthology of Poetry“. Attraversa il mondo della poesia. Impossibile stancarsi di questo libro.
Grazie Glenn 🙂