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Intervista a Marco “Furio” Forieri

Furio-Ska-j

Durante il nostro tour veneziano in occasione di #ioleggoperché dello scorso 23 aprile, la nostra amica Gemma ci ha indicato Marco “Furio” Forieri degli Ska-j, band veneziana che suona in tutta Europa.
Abbiamo colto l’occasione per richiedergli un’intervista.

Qual è il tuo rapporto con la lettura? Leggi molto?

A dispetto della mia insegnante d’italiano delle medie che mi dava negato nella scrittura e nella lettura ho sempre letto molto. Dalla mia prima lettura spontanea, inteso non costretta scolasticamente, che fu Marcovaldo di Calvino non ho mai smesso di leggere. Oggi sono un lettore vorace, dai romanzi alle biografie, dai libri di storia ai gialli, dai fumetti d’autore alla fantascienza, mi piace di tutto.

A Venezia, città che apparentemente sembra immune dai ritmi frenetici del XXI secolo, si legge di più?

Questo non lo posso assicurare. Tra le persone che conosco più a fondo diciamo di sì. Alle poche presentazioni di libri a cui ho assistito il pubblico era sempre attento e numeroso.

Scrivi canzoni in veneziano. Leggi anche libri scritti in questa lingua?

No, molto poco. In lingua veneziana ho letto le commedie di Goldoni. Poi per il resto molti dizionari di veneziano-italiano. (Boerio, Siega e Genovese). Trovo soprattutto difficoltà per una visione troppo personale della grafia veneziana. Non sopporto le versioni venete dove ad esempio si scrive “Beo” invece della versione corretta “Belo” dove la elle si scrive ma non si legge. Ormai ognuno scrive come gli pare utilizzando vocaboli in uso solo nel proprio quartiere, casa o famiglia.

Oltre ai testi delle canzoni, ti cimenti anche in altre scritture? C’è un romanzo nel cassetto?

Non ho mai pensato di scrivere un romanzo o una novella. Di solito vedo che chi scrive lo fa da sempre come una esigenza impulsiva. Siamo pieni di libri scritti da pensionati che covano l’idea per tutta la vita e aspettano appunto la pensione. Scriverei una versione moderna del Tassini “curiosità veneziane” portata alla fine del secolo scorso oppure un libro fotografico di un argomento di cui non vi dico, altrimenti mi rubano l’idea.

Qual è il libro attualmente sul comodino?

Ho finito da poco un giallo di Maurizio De GiovanniIl senso del dolore“, stasera finirò “Un Natale di Maigret” di Simenon, li ho letti tutti

E quali sono i libri che hai amato?

Un po’ tutti, i libri che rileggo con piacere sono quelli di Groucho Marx. Di argomento più serio i libri di Roberto Calasso. Il libro che non sono riuscito a finire l’autobiografia di Miles Davis.

So che leggi molte poesie. Quali sono i tuoi poeti preferiti?

Baudelaire, Chicco Giusti. Due visioni differenti ma cariche di immagini. È vero che molte canzoni sono poesie in musica ed allora il primo Skardy (quello di ‘Na Bruta Banda) è uno dei miei preferiti.

Furio, impossibile non chiederti che libro hai regalato o regaleresti a Sir Oliver Skardy.

Prenderei i libri di autori veneti: Parise, Carlotto, Malaguti, Ervas. Qualcosa che abbia a che fare con il territorio per fargli capire che non c’è solo la politica da bar letta sul Gazzettino.

Con che grande musicista del passato vorresti aver condiviso il palco almeno una volta?

Non sono degno di nessun grande musicista del passato visto che sono una schiappa sia con il sax che come cantante. Per scherzo direi come sassofonista John Coltrane, come autore di testi Rino Gaetano.

Per finire… abiti ancora al 2054 di Santa Marta?

E dove vuoi che vada? In terraferma non mi ci vedo, non ho la patente. In centro a Venezia c’è troppo turismo e il troppo “stroppia”!

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