Alzi la mano chi, a un certo punto del suo percorso scolastico non ha odiato la matematica e gli insegnanti che spiegavano sempre troppo in fretta quei concetti incomprensibili. Ora per tutti i bambini esiste un nuovo modo per familiarizzare con i numeri fin da piccoli. Marshmallow Games crea delle app che permettono ai bambini in età prescolare di fare esercizi di matematica e logica attraverso il racconto di una storia.
Per la rubrica Digital Corner, questa settimana abbiamo intervistato Cristina Angelillo, CEO e co-fondatrice di Marshmallow Games.
Cos’è Marshmallow Games?
Marshmallow Games è una società che crea app educative per bambini in età prescolare che stimolano l’apprendimento di materie scolastiche attraverso un mix del tutto inedito di apprendimento e racconto.
A che fascia d’età si rivolgono le vostre app?
Le nostre app sono pensate per bambini in età prescolare, quindi dai 3 ai 5 anni.
Da dove nasce l’idea di insegnare la matematica attraverso il racconto?
Sin dal principio abbiamo voluto dare alle nostre app un taglio nuovo, diverso, originale per poterci distinguere fra le tante app presenti sullo store. Cosa amano i bambini di più di una storia raccontata in rima? E’ per questo che abbiamo deciso di abbinare ai mini giochi di matematica un elemento editoriale originale che, oltre ad accrescere la componente ludica, serve a stimolare la memoria e il senso del ritmo costituendo un valido supporto per l’apprendimento delle materie scolastiche.
Siamo curiosi, c’è una ragione particolare dietro alla scelta di chiamarvi Marshmallow Games?
Il nome deriva da una passione per i marshmallow che ci ha accompagnato sin da piccoli. Appena abbiamo dovuto pensare ad un nome per una società che avrebbe realizzato app per bambini non abbiamo avuto dubbi: Marshmallow Games.
Quali ragioni vi hanno spinto a creare app che i bambini potessero usare in completa autonomia, senza l’aiuto dei genitori?
Inizialmente avevamo pensato ad app che i bambini avrebbero dovuto usare solo in presenza dei loro genitori per proporre una nuova esperienza da vivere insieme, genitori e figli. Per questo motivo avevamo pensato di non inserire la voce narrante, per fare in modo che il genitore fosse di supporto al bambino con la sua voce. Questo approccio, però, ci è stato sconsigliato dai docenti delle scuole dell’infanzia con le quali abbiamo avviato delle partnership perché non stimola l’autonomia del bambino il quale va invece spronato a fare da solo, a sbagliare per imparare. E’ per questo che abbiamo inserito una voce narrante che permette al bambino di giocare anche da solo, senza però dimenticare che è l’apporto del genitore a rendere questa esperienza speciale.
L’idea di insegnare attraverso il racconto è bellissima, pensate in futuro di creare giochi-racconti legati a altre materie oltre alla ?
Certo! La matematica è solo il primo passo. Abbiamo intenzione di estendere lo stesso format all’apprendimento di varie materie scolastiche, come le scienze, le lingue straniere e la geografia. Il prossimo prodotto, infatti, si chiamerà Science Tales (Racconti di Scienze), per introdurre i bambini al mondo delle scienze, e quindi spiegare ai bimbi principi fisici come la forza di gravità, la trasformazione di acqua in ghiaccio, etc.
C’è un motivo particolare che vi ha portato a scegliere la rima come strumento narrativo?
La rima è un ausilio all’apprendimento in quanto stimola il senso del ritmo e la memoria, favorisce la concentrazione, sviluppa la conoscenza della sintassi e costituisce un approccio divertente. Un mix esplosivo che piace molto a tutti i bambini e quindi ben si presta all’apprendimento soprattutto di materie scientifiche.
Com’è stata l’esperienza al Salone del Libro?
L’esperienza al Salone del Libro è stata molto bella e intensa. Abbiamo avuto la possibilità di conoscere altre realtà che si muovono sul tema dell’editoria digitale e questo è stato molto stimolante perché il confronto è sempre formativo.
Infine, la nostra domanda di rito: qual è il tuo libro sul comodino in questo momento?
“La scoperta del bambino” di Maria Montessori.
Grazie Cristina per aver risposto alle nostre domande 🙂