Cosa sono i classici, a cosa servono e perché leggerli?
Nuccio Ordine ha tutte le carte in regola per rispondere a queste domande. Negli ultimi quindici anni, nella sua veste di professore universitario, ha letto ai suoi studenti brevi citazioni in versi o in prosa tratte dai classici e non necessariamente collegate al tema del corso monografico.
La stessa cosa l’ha fatta dalle colonne di “Sette”, il settimanale del “Corriere della Sera”, dove tiene la rubrica “Controverso”. Inoltre in Francia dirige, insieme a Yves Hersant, ben tre collane di classici e in Italia cura la collana “Classici della letteratura europea” per l’editore Bompiani.
Chi meglio di lui ci può allora parlare dei classici:
Le grandi opere della letteratura o della filosofia non si dovrebbero leggere per superare un esame, ma soprattutto per il piacere in sé che suscitano e per cercare di capire se stessi e il mondo che ci circonda. Nelle pagine dei classici, anche a distanza di secoli, è possibile sentire pulsare la vita nelle sue forme più diverse. La missione principale di un buon docente dovrebbe essere principalmente quella di ricondurre la scuola e l’università alla loro funzione essenziale: non quella di sfornare diplomati e laureati, ma quella di formare cittadini liberi, colti, capaci di ragionare criticamente e autonomamente.
Questo libro vuole essere uno spunto per tornare alla lettura integrale dei classici, sempre più sepolti dai commenti, dai riassunti e dalla critica che spesso considera il testo un puro pre-testo per occupare da sola la scena della comunicazione. Nuccio Ordine vuole invece indurre alla lettura dei classici, per formare uomini e cittadini onesti:
Bisogna partire dai classici, dalla scuola, dall’università, da quei saperi ritenuti ingiustamente inutili (la letteratura, la filosofia, la musica, l’arte, la ricerca scientifica di base) per formare le nuove generazioni di cittadini.
Così l’autore ci conduce per mano in una passeggiata che spazia nei luoghi e nei secoli, per presentarci brani senza tempo dai quali prendere spunto per approfondire alcune situazioni e problematiche che attanagliano l’uomo moderno.
Accanto ai grandi classici, Shakespeare, Ariosto, Platone, Goethe, Borges, ecc. Nuccio Ordine predispone anche la presenza di alcuni outsider:
Parte ad esempio da un brano tratto da La cittadella di Antoine de Saint-Exupéry:
Non confondere l’amore col delirio del possesso, che causa le sofferenze più atroci. Perché contrariamente a quanto comunemente si pensa, l’amore non fa soffrire. Quello che fa soffrire è l’istinto della proprietà, che è il contrario dell’amore
E da questo brano Ordine ci riporta alle recenti cronache, ai tanti delitti sessuali e al tema del femminicidio. Tante donne che vengono assassinate da uomini che si credono proprietari del corpo e della vita delle proprie mogli e fidanzate. «Ma questa brutale violenza – ricorda Ordine – non può essere confusa con l’amore: è solo delirio di possesso».
Da I Buddenbrook trae la massima “Fai gli affari che ti permettano di dormire la notte”, contro la corruzione, il malaffare e l’ansia del profitto ad ogni costo. Da una lettera del 10 dicembre del 1513 di Niccolò Machiavelli a Francesco Vettori di nuovo si evince come i classici siano cibo per la mente.
Da un brano delle Memorie di Adriano, capolavoro di Marguerite Yourcenar, Nuccio Ordine estrapola l’insegnamento secondo il quale fondare biblioteche sia come costruire granai pubblici (e si torna al cibo per la mente!). Mentre una poesia di Nazîm Hikmet ci insegna che non dobbiamo vivere come un inquilino su questa terra, ma vivere in questo mondo come se fosse la casa di nostro padre.
Mendel dei libri di Stefan Zweig ci dice di cedere al potere dei libri e non del denaro. Infine una citazione da Pensieri degli anni difficili di Albert Einstein chiude questo libro antologico. Come un cerchio perfetto questo brano di Einstein ritorna sul discorso iniziale di Ordine e lo conclude:
La scuola dovrebbe sempre avere come suo fine che i giovani ne escano con personalità armoniose, non ridotti a specialisti. Lo sviluppo dell’attitudine generale a pensare e a giudicare indipendentemente, dovrebbe sempre essere al primo posto, e non l’acquisizione di conoscenze specializzate.
La scuola scommetta allora sulla curiositas. E crei persone capaci di pensare con la propria testa, avendo carpito i fondamenti della morale dalla imprescindibile lettura dei classici della letteratura e della filosofia. Proprio come è successo a Camus, grazie al suo insegnante Louis Germain, ma questa è un’altra storia ancora e chi leggerà il libro la scoprirà.
Nuccio Ordine
Classici per la vita
La nave di Teseo
2016
2 commenti
Bellissima recensione, ma la lettera al Vettori del 10 dicembre 1513 è di Machiavelli e non di G. Bruno!
Hai ragione Maria Concetta, errore mio. Grazie per la puntualizzazione, è un vero privilegio avere lettrici così attente e preparate.