Partiamo subito con il dire che quello di Miguel Benasayag, filosofo e psicanalista di origine argentina, rifugiatosi in Francia dopo l’esperienza della guerriglia guevarista, è un saggio difficile. La complessità di alcune pagine richiede conoscenze profonde della materia, soprattutto delle teorie e delle pratiche “psi”, come le definisce l’autore. Ma non è un libro rivolto solo agli “psi”, psicologi, psicanalisti, psicoterapeuti. “Oltre le passioni tristi. Dalla solitudine contemporanea alla creazione condivisa” è un libro che consiglio a tutti. A te che ami interrogarti sugli affari del mondo; ai grandi della terra che, quegli affari, in un certo senso li guidano.
Raccontando le trasformazioni che hanno conosciuto le teorie e le pratiche “psi”, a partire dal declino della psico-analisi fino ai pericoli delle terapie comportamentali e “alternative”, Benasayag ricostruisce un attento quadro dell’oggi che coinvolge la società, la politica, l’economia e l’individuo. Un quadro che emerge mano a mano, tre le righe, e che solo un lettore aperto riuscirà a scorgere come in uno stereogramma. Se vi lascerete “incantare” dalla lettura di questo libro, vi si schiuderà un mondo nuovo, in cui non sarà difficile riconoscervi.
Al centro del libro le nuove sofferenze psichiche: la solitudine, l’angoscia e il timore per l’avvenire che sgorgano dal caos in cui la promessa ante-crisi di un’emancipazione globale, sociale, politica, artistica e personale, che ha strutturato e diretto a lungo la nostra esistenza, è inesorabilmente naufragata.
Il luogo del naufragio è il neoliberismo, dove l’incessante richiesta all’individuo di essere prestante (ottenere un bel lavoro, avere una famiglia, divertirsi e consumare, essere attraente e avere successo…) lo confina a uno stato di costante malessere. Inconsapevolmente siamo stati artefici e ora vittime di un’ordine economico, politico e sociale che ha costretto l’essere umano a suo servizio. Che ha rinunciato a metterlo nelle condizioni di dispiegare tutta la sua potenza e gioia di vivere, inducendolo a confondere questa deprivazione collettiva con un perenne senso di inadeguatezza individuale.
La denuncia di Benasayag è rivolta a quella parte della psi che ignora i grandi mutamenti antropologici di oggi, rinunciando alla critica politica e sociale, piegandosi all’economia, in definitiva rendendosi incapace di offrire all’essere umano una terapia clinica che sia in grado di rendere possibile la vita (non la sopravvivenza) in questa situazione concreta.
Mentre la psicanalisi scruta all’interno di un individuo edipizzato, ma isolato dalla società, e le terapie comportamentali vedono nell’individuo solo un insieme di malfunzionamenti da correggere (in nome delle richieste di efficienza di quello stesso ordine che produce malessere), l’autore propone una terapia situazionale che aiuti l’essere umano a individuare la propria geografia interiore, a “esplorare di cosa siamo fatti, unica strada per sapere ciò che – oggi (n.d.r.) – possiamo fare con ciò che siamo”.
Nella terapia situazionale, l’essere umano non è più portatore di sintomi, disturbi e patologie, ma solo una storia in divenire che si manifesta in molteplici situazioni attuali e future. La proposta è quella di andare oltre la personale trappola dell’immagine identificatrice della felicità e “liberare i normali dalla norma”, aiutando la persona a navigare secondo la propria geografia interiore. La vocazione dello psi di oggi dovrebbe essere quella di incoraggiare questo viaggio, il cui mancato appuntamento è – rimediabilmente – all’origine della sofferenza.
Il biglietto di partenza non lo si acquista sul lettino dello psi o in farmacia, ma ricominciando ad ascoltare il nostro corpo e compiendo insieme allo psi il nostro destino. Possiamo ancora lasciarci rapire da una passione, da un desiderio, da una vocazione attraverso cui manifestare la nostra singolarità e trovare un buon posto nel mondo.
Un complesso saggio sull’evoluzione delle pratiche psi che, attraverso la denuncia e la proposta, offre una speranza a chi fatica a riconoscersi nelle richieste dell’ordine economico, politico e sociale di oggi e desidera trasformare la propria solitudine e la propria tristezza nella creazione di nuovi possibili.
Autore: Miguel Benasayag
Titolo: Oltre le passioni tristi
Titolo originale: Clinique du mal-être
Traduzione: Eleonora Missana
Editore: Feltrinelli
Anno: 2016