Innanzitutto un’osservazione di carattere pedagogico su L’amante di Lady Chatterley… un pubblico giovane, desideroso di approfondire conoscenze inerenti la sfera sessuale, e magari dotato di un minimo di sensibilità letteraria, potrebbe, perché no, usufruire del presente testo: le descrizioni dei rapporti intimi fra Lady Chatterley e il suo amante sono talmente particolareggiate nei loro aspetti più scabrosi da costituire un vero e proprio manuale di educazione sessuale. È tuttavia riduttivo annoverare frettolosamente L’amante di Lady Chatterley di David Herbert Lawrence fra i romanzi erotici. L’intento dell’autore non sembra infatti tanto quello di eccitare il lettore bensì quello di raccontarci la società inglese del suo tempo.
Siamo nell’Inghilterra vittoriana che, forte della sua potenza coloniale, è fra le vincitrici della grande guerra e si trova quindi nel periodo del suo massimo splendore; da un punto di vista filosofico e culturale il positivismo ripone una fiducia pressoché illimitata nell’opera dell’uomo e nelle sue scoperte scientifiche; sulla spinta di questo elemento la rivoluzione industriale è sempre più ben avviata, a beneficio della già benestante borghesia. Tutto insomma indica movimento, progresso, sviluppo.
Ma nel corso di un’evoluzione così rapida e tumultuosa non poteva rimanere immutato il ruolo della donna, nonostante fosse più comodo assegnare a costei soltanto il silenzioso ruolo di compagna di vita del capitano d’industria di turno, nobile o borghese che fosse, relegata nell’ombra dalla luce emessa dal marito, indiscusso protagonista della scena politica ed economica. E la protagonista, futura Lady Chatterley, è senz’altro l’emblema di tale cambiamento: ha goduto di un’educazione moderna o, per dirla con le parole dell’autore, “esteticamente sciolta da convenzioni”, grazie alla quale ha potuto girare l’Europa, conversare con intellettuali e pensatori del tempo, anche socialisti (quindi contrari al “sistema”) e, soprattutto, ha potuto liberamente vivere le sue prime esperienze sessuali prima del matrimonio.
Il marito, paralizzato dalla vita in giù a causa di una ferita di guerra, è invece alla ricerca di un “surrogato vaginale”, ovvero di qualcosa che compensi la sua impotenza, e lo trova nell’asservimento alla “dea cagna”, per dirla con le parole di Lawrence, che altro non è che la ricerca spasmodica della fama, come scrittore prima e come industriale in ambito minerario poi.
Ma la condizione psicofisica di Clifford sembra essere soprattutto il simbolo di quella parte dell’umanità che, in un’epoca economicamente così florida, persa nella brama di ricchezza e di successo,è divenuta insensibile, calcolatrice, e ha perciò smarrito una sorta di “dimensione naturale”, fatta di piaceri semplici, genuini e di emozioni autentiche, immediate e non di finzione.
Con L’amante di Lady Chatterley, Lawrence ci suggerisce che la strada maestra per ritrovare questa naturalezza e quindi la sospirata felicità è, come per Connie e il suo amante, riscoprire la propria sessualità: nel sesso non si può ingannare veramente, ogni inganno emotivo, ogni “etichetta” cadono in frantumi…
Una volta sposata, tuttavia, Connie proverà sinceramente ad amare il marito, anche dopo la disgrazia che lo ha colpito, ma, col passare dei giorni, lo detesterà sempre di più e giungerà a odiare il “suo” mondo; il “tradimento” da lei perpetrato, quindi, non è solo a danno della fedeltà coniugale ma anche a scapito della devozione a un sistema che ha reso gli uomini “sterili all’amore”.
Del resto anche il suo amante Oliver Mellors che, si badi bene, Connie ha scelto nonostante appartenga a una classe inferiore, quindi contro le convenzioni sociali, è, a suo modo, un “uomo-contro”: è deluso dall’esercito cui è appartenuto, è disilluso nei confronti del matrimonio, è diffidente verso l’umanità, è a tratti chiuso in un atteggiamento ruvido che lo porta a ritirarsi nel suo lavoro di guardacaccia (quindi in contatto con la “natura”) e a esprimersi quasi esclusivamente in dialetto. Ma ha una profonda carica erotica…
Oh, come sono lontani i tempi di un’altra fedifraga famosa, letterariamente parlando… la Madame Bovary flaubertiana; verso di lei il suo autore esprime di fatto un giudizio negativo condannandola a causa del suo tradimento alla vergogna sociale, alla miseria e quindi inevitabilmente al suicidio. Lawrence ha invece, nei confronti della sua creazione un atteggiamento positivo; ne difenderà sempre le scelte, motivandole.
L’autore
Nato a Eastwood, nel cuore dell’Inghilterra mineraria l’11 settembre 1885 da padre caposquadra di minatori e da madre insegnante, dopo gli studi di base, trovò lavoro in una ditta produttrice di attrezzi chirurgici e ortopedici ma il primo manifestarsi della tubercolosi – che lo ucciderà a 44 anni – lo costrinse a declinare lavori duri e faticosi permettendogli così di concentrarsi sulla pittura e sulla scrittura.
Dopo essere tuttavia riuscito a conseguire nel 1908 l’abilitazione all’insegnamento e aver cominciato a insegnare, fu costretto a dimettersi sempre a causa di complicazioni polmonari.
Iniziò così un lungo peregrinare in giro per l’Europa in compagnia della moglie Frieda von Richtofen, alla ricerca di un ambiente salubre che lo aiutasse a guarire. Soggiornò prima a Metz, in Francia, poi a Monaco di Baviera, in Tirolo e sul lago di Garda.
Con la fine della prima guerra mondiale, che costrinse i Lawrence a vivere confinati a Londra perché sospettati di simpatie per la Germania, lo scrittore e la moglie poterono riprendere i loro viaggi: furono nuovamente in Germania e in Austria ma anche in India, Ceylon, Australia, Nuova Zelanda, Isole Cook, Tahiti, Stai Uniti, Messico ma anche in Italia (Firenze, La Spezia, Spotorno, Picinisco, Ravello, Capri, Taormina, Cagliari). La sua opera più conosciuta, “L’amante di Lady Chatterley”, che per gli scabrosi argomenti trattati sarà di fatto messa al bando in Europa e otterrà il visto della censura solo nel 1960 nel Regno Unito, ha “origini italiane”: fu scritta durante un soggiorno a Firenze dove sarà per la prima volta pubblicata suscitando subito scandalo.
Dopo altri viaggi (Svizzera, Parigi, ma di nuovo Italia a Forte dei Marmi), causa l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, Lawrence fu ricoverato nel sanatorio di Vence, in Provenza, dove si spense prematuramente il 2 marzo 1930.
Infine, una curiosità riguardante L’amante di Lady Chatterley: sembra che l’opera sia stata ispirata dal tradimento della moglie di Lawrence con un capitano italiano dei bersaglieri, tale Angelo Ravagli.
Autore: David H. Lawrence
Titolo: L’amante di Lady Chatterley
Traduzione di S. Melani
Casa editrice: Garzanti
Anno: 2007