Questo romanzo era uscito nel 2009 ma è stato ripubblicato da pochissimi mesi a seguito del successo della trasposizione cinematografica di “Anime nere”, che Criaco scrisse nel 2008. Volendo, si può anche vedere “Zefira” (Rubbettino Editore) come il secondo libro di un trittico di noir calabrese che comprende anche “American taste”.
Il romanzo racconta le vicende di un paese immaginario, Zefira appunto, in cui convivono in un intricato quanto “secolare” rapporto le più importanti realtà della società civile, delle forze dell’ordine e della criminalità organizzata, che in Calabria viene chiamata ‘ndràngheta.
A raccontarci le vicende è il commissario milanese Luca Rustici, giunto da 9 mesi a Zefira e alle prese con un omicidio tanto clamoroso quanto inaspettato: quello del sindaco.
Se Rustici è il protagonista della storia narrata, è però il suo più stretto collaboratore, l’ispettore Manti, a guidare il lettore dritto al cuore del romanzo. Come Dante all’inferno si fa guidare da Virgilio, così Rustici viene guidato e istruito dall’autoctono Manti nell’indagare sull’omicidio e, giocoforza, nel conoscere la realtà di Zefira.
Il commissario impara che non tutto è come sembra, che ci sono delle regole tramandate da tempi lontani tali per cui “il potere in questi posti viene amministrato da secoli dalla stessa genìa, che oggi finge asservimento allo Stato così come lo ha finto con i Romani, i Normanni, i Borboni, i Savoia, i Fascisti.È una finzione. Si entra nei ruoli di potere che lo Stato delega e lo si esercita per finalità e fini diversi.”
Ho contato almeno due passaggi in questo romanzo che descrivono quei meccanismi sociali che disciplinano questi territori in cui lo Stato è un elemento collaterale, se non di disturbo. Perché noi del Nord non possiamo capirli questi meccanismi, non ne siamo nemmeno sfiorati.
Lo stesso Manti dice che “è facile essere bravi cittadini a Milano, Venezia o Torino, e pontificare su questa terra.” Questo passaggio, pur estrapolato da un discorso più lungo, racchiude una grande verità: bisogna vivere in prima persona un ambiente, un luogo, per comprendere ciò che vi accade. Dal di fuori tutto sembra facile, e si fa presto a giudicare cosa è bene e cosa è male, chi ha ragione e chi torto.
Si può andare ancora oltre, arrivando ad affermare che non è un caso che i magistrati più efficaci nella lotta a Cosa Nostra siano stati Falcone e Borsellino, siciliani di Palermo: sono cresciuti in quella terra, hanno visto e vissuto (subito) in prima persona l’ambiente mafioso che hanno poi tenacemente lottato, sapendo però meglio di altri come farlo.
Che dire? Ottimo romanzo. Gioacchino Criaco scrive davvero bene. Sicuramente ha letto e amato i romanzi del grandissimo Leonardo Sciascia tanto da proseguirne il filone, ambientando le storie in Calabria, terra che conosce e che studia con passione.
Per chi apprezza i noir che disegnano parte della società italiana, ”Zefira” è un titolo da annotare.
Autore: Gioacchino Criaco
Titolo: Zefira
Editore: Rubbettino
Anno: 2015