Una narrazione insolita dove le “rosse”, senza nessun riferimento alle fulve chiome, sono indiscusse protagoniste in un fluire di coscienze femminili.

Confesso una certa avversione per la tecnologia: classe ’64, certe “diavolerie moderne” non fanno parte del mio dna! Tuttavia quando mi è stata proposta la lettura in versione e-book de “Il sangue matto”, la mia innata curiosità accompagnata da grande passione per la scrittura femminile, mi hanno spinta verso questo romanzo, vedendo scemare insieme allo scorrere delle pagine, la  mia diffidenza iniziale alimentata anche da un titolo che può trarre in inganno.

Da sempre mi lascio conquistare dalla copertina dei libri, come se una sola immagine riuscisse a rappresentare e a concentrare in sé un intero universo tutto da esplorare.

Nel caso de “Il sangue matto” non riuscivo a decodificarlo, questo universo, e mi interrogavo su cosa potesse celarsi all’interno di quelle 121 pagine. In realtà già dall’inizio della lettura ho preso coscienza del fatto che l’autrice stava mettendo in scena, tramite una polifonia di voci femminili e del “sangue matto” che in qualche capitolo parla in prima persona e si descrive da solo, un argomento che troppo spesso rappresenta un tabù incatenato a luoghi comuni e retaggi culturali stantii: il ciclo mestruale.

Ventotto capitoli: ognuno dedicato ad una “testimonianza”, una confessione, una presa di coscienza di un fenomeno trasversale e tutto sommato democratico nel coinvolgere tutte le donne senza distinzione di classe e di razza.

L’autrice coglie l’occasione per indagare e scrutare a fondo nelle pieghe dell’anima femminile, con una scrittura non facile, a tratti cruda e spietata, a volte anche prolissa e claustrofobica, ma sempre con grande coerenza di sensibilità e senza fare sconti nemmeno a se stessa. Un’analisi lucida di una realtà “scomoda”, di un fenomeno che viene poco indagato e a volte liquidato con facili associazioni all’isteria femminile.

La grande forza di questo libro sta nell’aver sdoganato, a partire già dalla nuova definizione del fenomeno, una volta per tutte il “ciclo mestruale“, allontanando l’idea che sia un qualcosa da relegare in un angolo, da vivere in solitudine con quel senso di vergogna e pudore che nei secoli le donne si sono trascinate come pesante fardello.

Un romanzo che può essere letto come un saggio, un trattato semiserio, un contenitore di tante storie che si assomigliano in un comune denominatore: la vita che, nonostante tutto trionfa sempre anche sul…”sangue matto”!

Piacerà alle donne che si sentiranno pervase, alla fine, da un senso di leggerezza ed affrancamento, ma anche agli uomini che desiderano  andare  oltre l’apparenza delle “rosse” dalle fulve chiome!

Autore: Lucrezia Lerro
Titolo: Il sangue matto
Editore: Mondadori
Anno: 2015