«Il romanzo più bello che leggerete nel 2015», ha scritto Antonio D’Orrico del Corriere della Sera. Ed è stata una vera e propria asta quella che ha visto impegnate decine di case editrici per accaparrarsi la pubblicazione di “La verità e altre bugie”, romanzo d’esordio di Sascha Arango. In Italia l’ha spuntata la veneziana Marsilio. E i diritti sono stati già acquistati da una casa di produzione di Hollywood per la trasposizione cinematografica. Come mai questo clamore? È veramente questo capolavoro assoluto? Andiamo con ordine.
Sascha Arango, madre tedesca e padre colombiano, fa lo sceneggiatore in Germania. Dalla sua penna sono uscite storie poco conosciute in Italia, ma apprezzatissime in terra teutonica: da Eva Blond al commissario Borowski, protagonista della longeva serie di movie crime Tatort. E questo mestiere – esercitato per alcuni decenni dall’ormai 55enne Arango – si ritrova in ogni riga del suo tardivo esordio letterario. Perché “La verità e le altre bugie” non è altro che la sceneggiatura di una serie televisiva. Ci sono tutti gli elementi che hanno incollato milioni di spettatori al genere più di successo in TV negli ultimi anni (piccola parentesi: una ragionata quanto appassionata guida alle serie più belle era stata – nel settembre 2013 – al centro di un numero di IL, il mensile del Sole 24 Ore, diretto da Christian Rocca, intitolata non a caso “La televisione è la nuova letteratura”).
Henry Hayden, protagonista del romanzo, è uno scrittore di successo. I suoi libri sono dei best seller. Lui fa la bella vita: villa sul mare, macchina di lusso, adorato dalle donne che frequentano le sue conferenze. Il fatto è che lui non ha scritto neanche una riga dei suoi libri. Una enorme bugia, condivisa con la moglie – suo ghost writer e complice consenziente – che però lo costringe ad inanellarne molte altre per mantenere lo status quo. Come in Lost (la serie dei sopravvissuti allo schianto del volo 815 della Oceanic), il libro si apre subito con un colpo di scena, una gravidanza inattesa e l’omicidio della persona sbagliata.
Come in Dexter (la serie del poliziotto/serial killer), Hayden non si fa nessun problema di morale; o meglio: risponde solo alla propria. Che gli impone di mentire per salvaguardare la verità accettata da tutti (ma che, come dicevamo, è anch’essa una bugia). Va avanti per la propria strada, con cinismo e concentrazione.
I personaggi di contorno – l’editore e la sua segretaria, l’amante, il pescatore bosniaco, il vecchio e rancoroso compagno di classe – sono descritti pensando già allo schermo televisivo.
Il ritmo è incalzante: ogni capitolo rimanda – fedele alla sua natura – a quello successivo, come alla “prossima puntata” da mandare in onda. L’accumularsi di azioni, sotterfugi, thriller e commedia nera è tipico di una buona sceneggiatura.
L’unico limite è – come ogni serie che si rispetti – che si chiude in modo un po’ troppo enigmatico, o se vogliamo debole rispetto alla grandezza di intreccio che la precede. Forse perché Arango pensa già alla prossima stagione, pardon, alla prossima puntata della storia.
Autore: Sascha Arango
Titolo: La verità e altre bugie
Editore: Marsilio
Anno: 2015