Simone Tempia è noto per aver creato i personaggi di Sir e del suo maggiordomo immaginario Lloyd. “Vita con Lloyd” è una pagina su Facebook che ha riscosso e sta riscuotendo tantissimo successo. E dalla quale sono derivati due libri, sino ad oggi…

Qual è il tuo rapporto con la scrittura? So che scrivi in continuazione, anche per mestiere.

La scrittura per me è uno degli strumenti con cui riesco a esprimermi meglio. È il modo principale che ho per comunicare. Ed è un amore viscerale che mi accompagna dall’infanzia.

Quale sarebbe allora il libro che avresti voluto scrivere te?

La boutique del mistero” di Dino Buzzati.

Passando alla lettura, quali sono i libri e gli autori che hai amato maggiormente?

Giovannino Guareschi in tutte le sue manifestazioni, anche quelle più controverse che non condivido a livello ideologico, Dino Buzzati in toto, Carver e i suoi racconti, Pier Vittorio Tondelli, Matteo B. Bianchi le cui opere mi hanno fatto crescere e mi hanno dato nuova consapevolezza, Sarah Kane e il suo teatro sanguinoso.

C’è stato qualche personaggio in cui ti sei riconosciuto particolarmente? Uno che vorresti fosse in carne e ossa per conoscerlo? Lloyd non vale come risposta.

Giuseppe Bottazzi, in arte Peppone. E il grande detective Hercule Poirot, ça va sans dire.

Supponiamo che una macchina del tempo ti portasse a conoscere Sir Pelham Grenville Wodehouse. Come ti presenteresti all’autore di Jeeves?

Prostrandomi al suolo e pronunciando le parole “Maestro, non son degno!”.

Che poi, inutile negarlo, hai banalmente copiato la sua idea…

Quando ho iniziato il mio “percorso” con Vita con Lloyd in molti mi parlavano di Woodehouse e di Jeeves e io, per non far la figura dell’ignorante quale spesso sono, annuivo silenziosamente. In realtà ho letto per la prima volta le opere di Woodehouse solamente un anno e mezzo dopo l’inizio della mia vita con Lloyd. Il che è una fortuna perché se no, con un precedente così tanto inarrivabile, non avrei mai scritto nemmeno mezza parola.

Abbiamo parlato di tempi andati. Mentre nella prossima vita, Simone Tempia sarà un…

Credo un montanaro. Cosa che sono ancora adesso pur vivendo in città.

Vogliamo anche conoscere un proposito che ti sei dato per il 2018. Non necessariamente in ambito letterario.

Essere felice. Il che, credetemi, è un lavoro a tempo pieno.

Visto che utilizzi Facebook, da amante dei libri usi anche i social network come aNobii e Goodreads? Magari anche solo per sbirciare i commenti ai tuoi libri.

Ammetto di non utilizzarli. E i commenti, se devo essere sincero, mi terrorizzano.

Restando in ambito tecnologico, come ti rapporti con gli e-reader e la lettura su schermo in generale?

L’e-reader è di una comodità inarrivabile quando si viaggia. È davvero la svolta per chi divora libri su libri e ha un portabilità che avrebbe potuto (o forse potrà?) cambiare le sorti della lettura, non solo in Italia. Il problema è che, come è accaduto ai tempi per i lettori mp3, l’industria corrispondente (nello specifico quella editoriale) non ha colto appieno le potenzialità del mezzo, di fatto soffocandolo.

Domanda di rito finale: il libro sul tuo comodino attualmente.

I libro di Kazuo Ishiguro, “Quel che resta del giorno“.