Questa nuova pubblicazione di “È finito il nostro carnevale” di Fabio Stassi da parte della minimum fax ha rappresentato per il sottoscritto il classico cucchiaino d’argento per la gazza ladra: uno splendido disegno della Coppa Rimet in copertina! Uno che ha masticato pane e calcio per moltissimi anni della sua vita, che ha apprezzato anche “L’ultimo minuto“, può forse rinunciare a leggere questo romanzo?
Appare chiaro che si parli di calcio, ma la storia narrata è in realtà un fantasioso e fantastico viaggio in giro per il mondo in compagnia del suo protagonista, Rigoberto Aguyar Montiel. Le vicende ce le racconta lui stesso, in un’intervista rilasciata il 31 dicembre 1999 a una giornalista. Rigoberto spiega cosa l’ha portato a rubare la Coppa Rimet in più occasioni. Sì, perché tentò di rubarla diverse volte, riuscendoci anche nel 1966 in Inghilterra. Ma fu solo nel 1983 che se ne impossessò definitivamente, diciassette anni dopo che il Brasile se l’aggiudicò per sempre, avendola vinta in tre occasioni.
Rigoberto è figlio di un brasiliano e di una marsigliese. “Ogni nonno veniva da un luogo di cui nessuno aveva mai sentito parlare” ci spiega. “Dire che ho il sanguemisto è semplificare le cose”. E questa sua caratteristica viene in parte fatta propria anche da Stassi, di cui questa edizione riporta un discorso letto durante la X Settimana della lingua italiana a Salvador, nel 2010: una “bonus track” davvero molto interessante.
Cosa spinge allora Rigoberto a rincorrere la Coppa Rimet per tutta la vita? Basti dire che a suo tempo si era innamorato di Consuelo, una bellissima spagnola conosciuta a Parigi, la quale posò per la coppa realizzata dall’orafo Valmont, scomparendo subito dopo. Rubare il trofeo, che di Consuelo ne riporta le sembianze e ne conserva l’essenza, era per lui diventata l’unica ragione di vita.
Una sorta di odissea dal sapore futbolístico: tra un mondiale e l’altro il nostro protagonista si imbatte in tantissimi personaggi realmente esistiti, divenendo amico di Ernest Hemingway e del chitarrista jazz Django Reinhardt a Parigi, di Vinicius e del pianista Jobim in Brasile (avete presente la garota de Ipanema? La bellissima ragazza celebrata nella famosissima canzone? Rigoberto amerà anche lei, Dora); imbraccia il fucile in Spagna durante la guerra civile, si trova faccia a faccia con Hitler in Germania, combatte anche per Che Guevara e Fidel Castro a Cuba. Senza contare il suo rapporto stretto con moltissimi campioni brasiliani dell’epoca, Garrincha su tutti.
Un ubriacante viaggio di mondiale in mondiale, con tanto Brasile e tanta saudade. La Storia che incrocia il nostro aspirante ladro nel suo continuo viaggio da un capo all’altro dell’oceano a seguito delle Nazionali impegnate nella competizione calcistica, nelle vesti di cronista sportivo.
Un libro che ci porta a un tempo ormai perduto, in cui non era poi così strano vivere romanticamente con l’obiettivo di impossessarsi di un trofeo. Non un semplice trofeo però. Lo sapeva bene anche Valmont, l’artista orafo che lo realizzò per conto di Jules Rimet:
La sua coppa avrebbe provocato per sempre rimpianto, struggimento, impazienza e brama. Perché non soltanto nell’oro sarebbe stata fusa.
Autore: Fabio Stassi
Titolo: È finito il nostro carnevale
Editore: Minimum Fax
Anno: 2018 (3° edizione)